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Passare in zona gialla non è reintrodurre il lockdown o coprifuoco. I dati ci indicano che potrebbe esserci questo passaggio di colore per alcune regioni, una su tutte le Sicilia. Però anche sotto questo aspetto dobbiamo fare una riflessione: ad oggi, come previsto, e anche con la modifica dei parametri per le decisioni, passare in zona gialla significa reintrodurre le mascherine e il mito e dei quattro posti a sedere nel solito tavolo per quanto riguarda i locali al chiuso. Tutto il resto rimane invariato. Nessun lockdown o coprifuoco. Tutte le attività sono permesse, non si preclude il ritorno alla normalità”. Queste sono le parole che ha pronunciato a Sky Tg24 il sottosegretario alla Salute Andrea Costa in virtù della situazione COVID aggiornata oggi, martedì 17 agosto.

Per alcune regioni il raggiungimento dei parametri che rimandando, secondo il nuovo decreto, al raggiungimento della zona gialla sono stati raggiunti. La Sicilia ha superato la soglia dei ricoveri negli ospedali, mentre la Sardegna ha raggiunto e ormai oltrepassato i limiti previsti dal nuovo decreto per l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva. La Sardegna ha tuttavia ancora un margine per i ricoveri ordinari per COVID che non fa scattare immediatamente la zona gialla, ancora zona bianca per almeno un’altra settimana.

I contagi aumentano in tutta Italia, registrando un aumento dei ricoveri in area medica. Secondo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa la chiusura delle discoteche è stato il movente delle feste private e degli assembramenti tra i ragazzi. Lo definisce errore del governo. “Il via libera alle serate da ballo sarebbe stata un’ottima occasione per portare avanti lo screening di massa sui più giovani”, ha detto Andrea Costa nell’intervista a Sky Tg24 affermando che il green pass era necessario e sufficiente a garantire la riapertura dei locali in sicurezza e rispettando le norme anti-COVID.

Gino Strada, all’anagrafe Luigi, è stato medico attivista e filantropo italiano, ed è co-fondatore dell’ONG italiana Emergency assieme alla moglie Teresa Sarti. Gino Strada è nato il 21 Aprile 1948 a Sesto San Giovanni, è morto oggi venerdì 13 Agosto 2021. Gino Strada, una delle più importanti ong del mondo e la più importante in Italia, era in vacanza in Normandia (Francia). Aveva 73 anni ed era malato di cuore. A dare il triste annuncio è stata la figlia Cecilia Strada che si dice addolorata per l’improvvisa perdita del padre.

Gino Strada è il co-fondatore di Emergency. L’Ong, cui aveva dato vita con la moglie Teresa Sarti nel 1994, ha costruito ospedali e inaugurato posto di primo soccorso in 18 Paesi, contribuendo alla guarigione di 11 milioni di persone. Emergency è un’associazione indipendente nata nel 1994 per dare cure medico-chirurgiche gratuite efficienti ai fini di soccorrere le vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Aziende e fondazioni, enti e istituzioni si mettono in gioco e scelgono volontariamente di finanziare il lavoro dei medici, degli infermieri e degli operatori in Italia e nel mondo per garantire cure medico-chirurgiche di elevata qualità alle vittime della povertà, delle guerre e delle mine antiuomo.

“Amici, il mio papà Gino Strada non c’è più. Io vi abbraccio ma non posso rispondere ai vostri tanti messaggi (grazie), perché sono qui: dove abbiamo appena fatto un soccorso e salvato vite. È quello che mi hanno insegnato lui e la mia mamma. Abbracci forti a tutte e tutti.” Queste sono le parole che ha scritto in un tweet Cecilia Strada, la figlia dei due fondatori di Emergency. “I pazienti vengono sempre prima di tutto, il senso di giustizia, la lucidità, il rigore, la capacità di visione: erano queste le cose che si notavano subito in Gino”. Questo è il messaggio della Ong.

Arriva il bonus condizionatori che permette di risparmiare sull’installazione di un nuovo condizionatore oppure di sostituire quello vecchio con uno più performante e con una classe energetica più efficiente. Il bonus mobili inserito nella legge di bilancio del 2021 permette, oltre al bonus ristrutturazioni, di avere delle agevolazioni per un nuovo condizionatore. Le temperature torride di questa estate potrebbero permettere di dare una rinfrescata a tutti. La detrazione è valida fino a fine anno, dà diritto a una detrazione fiscale tra il 50 ed il 65%, anche senza l’obbligo di effettuare una ristrutturazione edilizia.

 

Come spiegato da Adiconsum, la detrazione al 50% è prevista nel caso in cui l’acquisto dell’apparecchio sia abbinato “alla ristrutturazione della casa (bonus ristrutturazioni), ma anche a un intervento di manutenzione straordinaria senza la ristrutturazione (bonus mobili)”, con un tetto massimo di spesa pari a 16mila euro. Per questo motivo la detrazione va associata alla richiesta del Bonus ristrutturazioni. Il climatizzatore deve obbligatoriamente essere ad alto risparmio energetico, un aspetto da comprovare tramite specifica certificazione del produttore o del termoidraulico. La detrazione invece, sale fino al 65% di detrazione se la compravendita non è connessa ad alcuna ristrutturazione, ma in questo caso il condizionatore “deve appartenere a una classe energetica superiore e il tetto massimo di spesa è di 46.154 euro”.

 

Il bonus può essere richiesto senza alcun limite di reddito o Isee da persone fisiche, esercenti di arti e professioni, società di persone e di capitali, associazioni di professionisti, condomini, istituti autonomi per le case popolari e cooperative di abitazione a proprietà indivisa. Si può usufruire del bonus fino a fine anno, richiedendo l’agevolazione direttamente nella dichiarazione dei redditi. Nel totale delle spese, suddiviso in 10 quote annuali di pari importo, possono essere inclusi anche trasporto e montaggio, purché il pagamento venga effettuato con strumenti perfettamente tracciabili.

 

 

Continua la campagna vaccinale per raggiungere l’immunità dell’intera popolazione. Questa volta però c’è un cambio di direzione: il generale Francesco Figliuolo decide che la priorità è rappresentata dai giovani, pertanto risulta necessario mettere a punto una iniziazione per raggiungere l’obiettivo. Per raggiungere l’obiettivo, che è stato fissato dal generale Francesco Figliuolo, di immunizzare l’80% della popolazione entro fine settembre, c’è bisogno di un cambio di priorità della campagna vaccinale. In vista anche della possibilità di ritornare in presenza a scuola, si punta sui giovanissimi che sono maggiormente esposti durante la quotidianità delle giornate. Mentre 4,42 milioni di Italia con più di 50 anni non hanno ricevuto nemmeno la prima dose.

 

Il generale Francesco Figliuolo ha fissato l’obiettivo di immunizzare l’80% della popolazione entro fine settembre. Ma piuttosto di “rincorrere” gli over 50 che non si sono sottoposti alla somministrazione di alcuna dose del vaccino progettato contro il COVID-19, si conferma la possibilità di puntare sui giovani. In una lettera indirizzata alle Regioni, il generale chiede di “predisporre corsie preferenziali per l’ammissione alle somministrazioni dei cittadini” che rientrano nella fascia di età tra i 12 e i 18 anni. A partire dal 16 agosto quindi i ragazzi tra i 12 e i 18 anni possono ricevere la somministrazione di Pfizer o Moderna “anche senza preventiva prenotazione”.

 

“La campagna vaccinale si sta sviluppando nei termini pianificati che vedono il progressivo raggiungimento degli obiettivi previsti per l’immunizzazione delle classi prioritarie, dei cittadini maggiormente vulnerabili e fragili”. Continua a scrivere il commissario Figliuolo che spinge per accelerare la somministrazione di prime dosi. In caso contrario, l’obiettivo fissato dallo stesso Figliuolo di immunizzare l’80% della popolazione entro fine settembre non verrebbe raggiunto. Tra i cittadini “maggiormente vulnerabili e fragili”, c’è da includere anche gli over 50 che non hanno ricevuto alcuna dose. Ad oggi però c’è un cambio di priorità, il generale butta la spugna puntando sui giovani.

La settimana scorsa il mondo di Hollywood è stato sconvolto dalla denuncia di Scarlett Johansson contro la Disney. L’arrivo nelle sale e in contemporanea su Disney+ del nuovo film targato Marvel, Black Widow con protagonista Scarlett Johansson, non ha sorpreso dati i problemi che ha portato con sé la pandemia. La situazione però sembra aver fatto infuriare la giovane attrice che è arrivata a denunciare addirittura la casa che ha prodotto e distribuito il film. Il contratto conferisce esplicitamente allo studio, ‘il controllo completo sul processo decisionale per quanto riguarda la distribuzione del film'”.

 

Gli avvocati della Johansson hanno portato al tribunale di Los Angeles la Disney per aver distribuito il film in contemporanea sia in sala che in streaming. A livello mondiale, in alcuni Paesi il film è uscito prima in streaming e poi nelle sale, causando una perdita economica ingente dati i bonus che avrebbe maturato l’attrice. Nel contratto infatti, sono dichiarati dei bonus che spetterebbero alla Johansson in base agli incassi al botteghino. Condividendo il film in contemporanea in sala e in streaming, secondo i legali dell’attrice sono stati inadempiuti gli accordi precedentemente sottoscritti. 

 

Ma i legali della Disney, con a capo Dan Petrocelli sono di tutt’altra opinione. “La causa è manifestamente sbagliata sotto ogni aspetto. Non ci sono mai stati limitazioni o vincoli circa la scelta dell’azienda su come distribuire Black Widow. Il contratto conferisce esplicitamente allo studio, e cito, ‘il controllo completo sul processo decisionale per quanto riguarda la distribuzione del film'” afferma Petrocelli. Secondo degli insider ci sarebbero stati delle iniziative di accordi tra le due squadre di legali. Gli accordi, di tipo economico, saranno discussi nelle prossime settimane per evitare di andare in cassazione. Ma le richieste della Johansson sono state dichiarate come irragionevoli, quindi la lotta continuerà per molto tempo prima di vedere una risoluzione.

Il calciomercato si è infuocato negli ultimi giorni. La partenza improvvisa di Lukaku con destinazione Londra, sponda Chelsea ha provocato un effetto domino su gran parte della serie A. L’Inter ha individuato il nuovo attaccante per il dopo Lukaku. Contatti ravvivati con Edin Dzeko dopo l’estate scorsa passata tra corteggiamenti ma con la trattativa mai conclusa. La Roma pensa ad Isak dopo l’eventuale partenza dell’attaccante bosniaco. Isak ha impressionato all’europeo e su di lui ci sono molte big di europa. Sempre dalla Roma c’è l’affare in chiusura con il Milan. Florenzi, non nei progetti del nuovo tecnico Mourinho, partirà per Milano. Si tratta per un prestito con diritto di riscatto che diventa obbligo ad alcune condizioni, tipo la qualificazione in Champions.

 

Calciomercato Juve. Si cerca un centrocampista da regalare a Massimiliano Allegri. Ramsey non è più gradito, si pensava ad un cambio di ruolo per lui ma ormai è diventato un esubero. Si preferisce Pjanic dal Barcellona che è deciso a dare via libera al giocatore. Locatelli aspetta la chiamata della Juve, rimane un obiettivo ma la trattativa resta difficile. Il Sassuolo non molla la presa, chiede ancora 40 milioni e continua a ricevere offerte dalla Premier. Il giocatore vuole la Juve e attende, probabilmente il trasferimento, all’estero o alla Juve, si finalizzerà negli ultimi giorni di mercato.

 

Simy è pronto al ritorno in serie A, intesa di massima tra Crotone e Salernitana. Il giocatore spinge per tornare a giocare nella massima divisione dove ha fatto innamorare il Crotone. Ben 26 le reti messe a segno dal nigeriano.

Dopo Hernani e la trattativa in chiusura per Lammers il Genoa si appresta a mettere a segno un altro colpo. Johan Vasquez, di proprietà del Pumas è uno dei prossimi colpi del Grifone.

La Fiorentina continua a cercare un esterno per il suo centrocampo, il nome più insistente nelle ultime ore è quello di Zappacosta, trattativa complicata.

Ilaria Capua, virologa e direttrice del One Health Center in Excellence dell’Università della Florida ha parlato in merito all’andamento della pandemia. Usa parole forti e metafore che palesano la drammaticità della situazione segnata da un aumento vertiginoso dopo la pandemia. “Le notizie che arrivano dagli Usa mi inquietano. I casi di Covid-19 sono in aumento vertiginoso soprattutto in Florida e si parla insistentemente di breakthroughs, ovvero rotture. […] Le rotture si verificano quando il virus in circolazione è sufficientemente diverso da quello che ha generato gli anticorpi (ovvero dal vaccino) da sfuggirgli”. Queste sono le parole che la virologa ha detto nel suo editoriale sul Corriere della Sera di oggi, venerdì 6 agosto.

 

 

È come se le maglie della rete da cattura che abbiamo ottenuto vaccinandoci con il Sars CoV2 della prima ora, fossero diventate adesso troppo larghe per catturare efficacemente anche la variante Delta” questa è la metafora utilizzata dalla virologa per avvicinare gli italiani alla realtà dei fatti. “La variante Delta -prosegue- in questa metafora marina, è diventata scivolosa e sfuggevole come un’anguilla, e mentre alcune di queste rimangono intrappolate nella rete di anticorpi ed immunità cellulare e non riescono a proseguire oltre, altre invece sfuggono ed attraverso il sangue arrivano a destinazione, ovvero negli organi.”

 

“[..] La brutta notizia è che la variante Delta sta provocando rotture vaccinali con casi sintomatici in persone vaccinate. Il virus sfuggente arriva al bersaglio, perché la rete di protezione non lo ferma. La seconda brutta, bruttissima notizia è che con la variante Delta l’effetto di abbattimento della trasmissione virale nei soggetti vaccinati sarebbe minore. […]. Sembrerebbe che ci sia la preoccupazione, vista la situazione attuale, è che i vaccinati siano esposti agli stessi pericoli cui siano esposti coloro che non sono stati vaccinati. “Insomma, se si è vaccinati il rischio di rimetterci la pelle o accorciare la propria vita di qualche anno è veramente bassissimo. Per i non vaccinati, invece no e sarà ben diverso”.

Raoul Bova e Rocio Munoz Morales festeggiano 10 anni di amore. Entrambi appartenenti al mondo dello spettacolo, si sono incontrati sul set di Immaturi- il viaggio e da quel momento hanno intrapreso un percorso che sebbene fosse difficile, come afferma la stessa attrice, li ha portato ad incoronare un traguardo importante. Hanno vissuto 10 anni di amore, quell’amore che ha funzionato da collante per la vita vissuta, da entrambi, precedentemente al loro incontro. Il loro amore è stato incoronato dalla nascita delle figlie Luna e Alma.

 

Rocio Munoz Morales ha parlato dell’amore puro che la lega a Raoul Bova, ma ha anche raccontato di aver vissuto un momento della sua vita, in passato, segnato da tanto dolore. La causa di tanta oscurità nella sua vita era una relazione tossica. “Avevo momenti in cui avevo meno controllo sull’emotività. Quelli in cui il malessere vinceva, dove tutto era buio e pensavo: ci sarà solo buio”. Racconta che viveva una relazione con un uomo che la faceva stare male ma non riusciva a farne a meno. “‘Non guardavo più la luce, il sole, il cielo. Guardavo solo per terra. Vivevo a testa bassata. [..] Lui era una persona affascinante, un attore, con tanti pregi ma con problematiche sue. Io avevo solo 19 anni.”

 

Questa relazione le ha fatto però riconoscere il vero amore. Vive la sua favola con Raoul Bova: “È l’uomo della mia vita: l’ho capito col tempo e lo capisco tutti i giorni ancora adesso“. A unirli gli stessi valori e un legame unico: “La sua anima somiglia alla mia. Io sono innamorata, ma anche molto fiera del mio uomo. Ho stima di lui e lui di me. Il nostro rapporto è nato molto puro, ma è stato faticoso… Lui arrivava da una separazione diventata molto mediatica e aveva già due figli: è stato un percorso in cui bisognava tenere duro. Io ho tenuto duro, lui pure, perché c’era amore”.

Ogni anno in Pakistan centinaia di donne muoiono per abusi sessuali, altre migliaia di donne subiscono violenze domestiche che, come dimostrato da alcuni dati statistici, sono negli ultimi mesi incrementate durante i lockdown che hanno seguito la pandemia globale. Purtroppo pochi casi vengono denunciati e poche persone, responsabili di atti disumani, vengono puniti. Nelle ultime settimane in Pakistan si parla dell’omicidio di Noor Mukadam, uccisa lo scorso 20 luglio in uno dei quartieri più agiati della capitale Islamabad. Questo caso ha sollevato diverse polemiche e creato dibattiti sulla violenza di genere. Si chiedono nuove leggi che possano tutelare le donne dagli abusi.

 

Non ci sono risorse, le leggi non vengono applicate […] Non ci sono strumenti a supporto della proposta di legge sulla violenza domestica”. Queste sono alcune delle parole pronunciate da Kanwal Ahmed, attivista e fondatrice di un gruppo Facebook in cui si discute proprio dei diritti delle donne nel paese. Sostiene che sia proprio il governo a non tutelare le donne, non fa niente per evitare abusi e violenze domestiche. Noor Mukadam era la figlia di Shaukat Ali Mukadam, ex diplomatico pachistano. La donna sarebbe stata torturata per tre giorni e poi decapitata da Zahir Zakir Jaffer, suo amico di infanzia, anche lui appartenente ad una delle famiglie pakistane più ricche.

 

Questo caso è stato particolarmente discusso perché palesa un problema radicato nella società, che non ha una fine perché non adeguatamente affrontato dal governo. Shaukat Ali Mukadam chiede la pena di morte per l’omicida della figlia, descritta dagli amici come una ragazza alla mano e che si fidava delle persone. La famiglia Jaffer in un comunicato ufficiale esprime le condoglianze alla famiglia di Mukadam, sottolineando che sono pronti a denunciare sempre le azioni di Zahir e che debba essere punito per questa atrocità. Solo dopo però, il padre e la madre dell’uomo, sono stati arrestati insieme a due complici, due loro dipendenti, per aver tentato di celare le prove.

Le fiamme che hanno devastato ventimila ettari di Sardegna sono “atti dell’uomo”. Questa è una dicitura che si contrappone al termine legale, “Acts of God” che invece indica un evento naturale che non ha alcun responsabile. Ma la vicenda che ha visto coinvolta la Sardegna non non ha niente di naturale. Su tre incendi due erano dolosi, come riportato Mercoledì da La Nuova Sardegna. L’incendio boschivo è partito da Bonarcado e si è propagato fino alle abitazioni dei paesi vicini. Complici sono state le elevate temperature e il forte vento, che hanno permesso alle fiamme di divamparsi sulle abitazioni dei paesi vicini costringendo gli abitanti a scappare dalle case. Le fiamme hanno divorato ettari di terreno, uccidendo animali e greggi. 

 

Sono stati allertati gli uomini della protezione civile dall’estero tempestivamente, come ci fa sapere Di Maio. 7.500 uomini, 20 mezzi aerei sono impegnati in tutte le ore per fronteggiare il momento drammatico per tutta l’isola. Nel frattempo diverse sono state le opere di solidarietà. Maurizio Pisciuottu, al secolo Salmo, porta avanti un’azione concreta di solidarietà: dona alle popolazioni colpite dai roghi 10.000 piantine d’olivo e invia un post alla Croce Rossa italiana delegando il comitato.

 

Ettari di bosco andati in fumo. Un popolo messo a dura prova che senza nessun potere guarda cadere a pezzi gli sforzi di una vita, case e aziende e vede morire i propri animali senza riuscire a salvarli. Tutto questo spezza il cuore non solo di chi vive in prima persona questa triste devastazione, ma di tutti i sardi che vedono la loro terra come una madre da proteggere e da amare. Ma le difficoltà tirano fuori il vero carattere dei sardi e davanti alla Sardegna che brucia, arriva un grande gesto di solidarietà.” Queste sono le parole scritte da Maurizio Pisciuottu, conosciuto con il nome d’arte Salmo, nel post indirizzato alla Croce Rossa.

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