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Ha dell’incredibile quello che è successo questa notte all’Ospedale Loreto Mare, in Campania.
Alcuni malintenzionati, mentre la struttura stava provando a partire faticosamente, hanno fatto irruzione nella struttura e hanno fatto incetta di attrezzature necessarie a contrastare il contagio da Covid-19.
In particolare, sono stati rubati: mascherine chirurgiche, tute, camici e anche oggetti personali del personale in servizio nel momento del furto.
Ricordiamo che il Loreto Mare, è stato riattivato proprio in questo periodo per fronteggiare l’epidemia di Coronavirus.
Infatti, solo pazienti affetti da Covid-19 verranno ricoverati al suo interno.

Ad accorgersi del vile atto, sono stati proprio gli infermieri di turno durante quegli attimi.
In pratica, tornando negli spogliatoi del personale, hanno trovato tutto sotto sopra: armadietti scassinati, porte rotte e, ovviamente, oggetti personali anche di valore scomparsi.
Subito questi hanno lanciato l’allarme e sul posto sono giunti i Carabinieri del posto che, dopo una prima analisi, hanno constatato che oltre agli oggetti personali, sono stati trafugati anche camici, tute mediche e mascherine chirurgiche.
Il furto di questo materiale ha fatto subito pensare a sciacalli che dopo il furto proveranno a vendere il materiale a prezzi esorbitanti a causa della mancanza di essi in tutta Italia e nel Mondo.

Il Loreto Mare, in disuso prima di questa epidemia, è stato ristrutturato e reso agibile dal lavoro perfetto di 75 operai che hanno lavorato giorno e notte, trasformando le vecchie e fatiscenti corsie del Loreto in un’ancora di speranza per tutti quelli che verranno qui ricoverati perchè contagiati da Covid-19.
Al momento del furto, tutto il primo piano della struttura era pieno di pazienti, in totale 10, tutti contagiati ma in ogni caso ancora in buone condizioni.
Al piano terra dove è presente la Rianimazione invece , quello colpito dal furto, erano presenti 8 persone, spostate d’urgenza in altri ospedali vicini.

Altro intervento importante della Ministra dell’ Istruzione Lucia Azzolina.
Oggi infatti, durante un suo collegamento alla trasmissione ‘La Vita in Diretta’ di Rai 1, la ministra ha chiaramente fatto capire che le scuole rimarranno chiuse sicuramente anche oltre il 3 aprile, parlando addirittura di un ritorno tra i banchi dopo le festività pasquali.
La scelta della Ministra e del Governo, è ovviamente volto ad assicurare agli studenti una situazione sanitaria ultra sicura.
Perché anche un solo contagio in una scuola potrebbe far ripartire un’epidemia che, nel momento in cui le scuole verranno aperte, dovrebbe essere finita.

In particolare, come riporta lo stesso sito di Rainews, la Azzolina ha dichiarato: “L’obiettivo è garantire che gli studenti ritornino a scuola quando sarà stra – certo e stra – sicuro che possono tornare: la salute è prioritaria su tutto il resto“.
D’altra parte, quale persone si prenderebbe la responsabilità di mandare bambini, ragazzi e in generale i propri figli a scuola, se non si è sicuri al 100% che questi tornino a casa senza alcuna patologia?
La ministra ha poi aggiunto: “Se la didattica a distanza funziona, come sta funzionando in buona parte del paese, non c’è assolutamente alcun motivo per prolungare le lezioni a luglio e agosto
Infatti, molte scuole soprattutto nelle zone più calde, non sarebbero attrezzate per affrontare le torride temperature estive.

Poi, si è tornati a parlare di tutti quegli studenti che stanno finendo il loro percorso liceale e quindi dovranno sostenere l’esame di Stato.
A questo proposito la Azzolina ha dichiarato: “Il ministero sta lavorando a un esame di Stato che possa tenere in considerazione il lavoro che i nostri studenti stanno facendo, senza nessuna penalizzazione rispetto al periodo drammatico che l’Italia sta vivendo
In particolare, sarà disposto che la commissione esaminatrice sarà composta da tutti membri interni, con presidente esterno.

La tenera ma allo stesso tempo speranzosa storia che arriva da Rimini sta facendo commuovere tutto il Mondo grazie alla diffusione che si sta avendo sul Web.
Infatti è di oggi la notizia che nell’Ospedale Infermi di Rimini un uomo di ben 101 anni è guarito dopo essere risultato positivo al Covid-19 ed ora è tornato a casa.
L’uomo, nato nel 1919 subito dopo la Prima Guerra Mondiale, aveva contratto il virus 2 settimane fa ma, dopo una settimana passata a combattere in terapia intensiva, ad oggi risulta guarito, negativo al test e quindi è rientrato a casa.

L’uomo, visto la veneranda età, era già stato dato per spacciato visto anche che il Virus aveva attaccato aggressivamente i suoi polmoni.
Invece, sempre con il sorriso sulla bocca anche dopo duri trattamenti in terapia intensiva, è riuscito a sconfiggere quello stesso Virus che ha messo in ginocchio l’Italia e sta mettendo in ginocchio tutto il Mondo.
A riportare la storia ci ha pensato il Corriere della Sera sul suo sito ufficiale Corriere.it
E proprio a partire da questo articolo il Mondo ha conosciuto questa storia e ne è rimasto affascinato.

Nell’ articolo del Corriere della Sera poi, è riportata una dichiarazione della vice sindaco di Rimini Gloria Lisi: “Il signor P., riminese da un secolo, è nato nel 1919, nel pieno di un’altra tragica pandemia mondiale (epidemia di spagnola). Il secolo breve vissuto quasi per intero e poi questo primo scorcio del nuovo Millennio. Ha visto tutto, guerre, progresso, fame, dolore,  crisi e resurrezioni. Valicata la barriera centenaria il destino gli ha messo davanti questa nuova sfida, invisibile e terribile allo stesso momento.
Una storia che fa ben sperare per tutte quelle persone anziane che una volta preso il Covid-19 si sentono ormai morte e specciate.

Altro dato sconcertante arriva negli ultimi bollettini medici riguardanti l’epidemia di Coronavisus.
Dall’inizio dei contagi, sono ben 39 i medici morti a causa del Covid-19 mentre cercavano di salvare migliaia di altre vite umane.
Infatti, secondo l’opinione di tutti, proprio medici e operatori sanitari, dovranno essere ricordati come veri eroi perchè tutti, dal primario all’inserviente delle pulizie, sono il pilastro fondamentale su cui la nostra Nazione si sta reggendo in queste settimane di crisi senza precedenti.

A riportare questi dati è un articolo pubblicato su ilfattoquotidiano.it .
In particolare nell’articolo sono state riportate alcune dichiarazioni ufficiali di Nicastro (Inaf).
Il rappresentante dell’Inaf ha spiegato che negli ultimi giorni sono morti nel tentativo di salvare migliaia di vite di persone contagiate, altri 6 medici.
Questi 6 si vanno ad aggiungere agli altri 33 morti da inizio epidemia, per un tragico totale di 39 morti in camice bianco.
Altra parte importante dell’articolo riguarda le dichiarazioni del presidente Fontana.
Infatti, dopo giorni di lieve calo di contagi, secondo i dati in possesso del governatore, oggi ci sarà un nuovo boom con circa 2500 nuovi casi solo nella regione Lombardia, da sempre la più colpita di tutta Italia.

Ritornando poi alle parole del presidente dell’Inaf Nicastro (Istituto Nazionale di Astrofisica), il tanto atteso picco di contagi ci sarà a brevissimo.
Questo non rivelerà numeri altissimi come ci si potrebbe aspettare, ma durerà sicuramente più del previsto.
L’esempio giusto è quello di rappresentare il picco come un plateau, non molto alto ma sicuramente molto largo e quindi, in questo caso, di lunga durata purtroppo.
Nicastro ha fatto però un’altra raccomandazione: bisogna rispettare le regole sempre, perchè nel caso un’altra grande regione come Emilia e Lombardia, diventasse focolaio e quindi con numeri enorme, il picco si allungherebbe ancora di più con conseguenze devastanti.

Che non esistano più le mezze stagioni è un dato di fatto ormai da anno ma, ultimamente, sembra che nemmeno le stagioni per intero esistano più.
Di solito, in questi periodi, la primavera iniziava a riscaldare tutta la penisola o quanto meno le zone pianeggianti e collinari.
Quest’anno invece, in barba a tutte le abitudini secolari, ci troviamo il 25 Marzo con nevicate anche in città di pianura.
A fare notizia, è in particolare la Toscana dove, prima erano previste nevicate solo in alta collina o in montagna, mentre stamattina ci si è ritrovati con fiocchi di neve al centro di Firenze, Prato e Arezzo.

Addirittura, come nei migliori mesi invernali, la Sala di Protezione civile della Città Metropolitana di Firenze ha ricordato più volte che sono in corso codice giallo per rischi neve e ghiaccio. Ovvero, in parole spicciole, bisogna fare molta attenzione a possibili strade ghiacciate e quindi molto scivolose.
Fortunatamente, causa epidemia di Coronavirus, il traffico sulle strade è ridotto al lumicino, quindi anche eventuali disagi saranno quasi nulli.
Chiusi o quasi chiusi in queste giornate, saranno anche i passi appenninici in quanto, non potendo garantire il personale necessario per la cura delle strade, potrebbero essere molto pericolosi.

Come detto, oltre che a Firenze e Prato, dove però non si è posata, anche Arezzo stamattina si è svegliata sotto un tappeto di neve bianca.
In particolare tutta la città metropolitana è stata imbiancata.
Da notare però che al momento nessun problema o incidente è stato registrato; i motivi sono da amputare sempre allo scarso traffico causa epidemia che alla paura della gente di farsi male e poi non poter ricevere le cure necessarie negli ospedali dove, giustamente, il personale è sopraffatto dai contagiati di Covid-19

 

Poche ore fa, sono stati sequestrati grazie al grande impegno della guardia di finanza in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle dogane e monopoli , 1.100 dispositivi di ventilazione prodotti in Italia fondamentali durante l’emergenza prodotta dal Coronavirus.
I macchinari, trovati all’interno di un tir nel porto di Ancona e pronti per la partenza alla volta della Grecia, erano in procinto di essere imbarcati su una piattaforma che come regola doveva trasportare solo materiale industriale.
Subito scattate multe, sanzioni e denunce in quanto bisogna ricordare che l’ordinanza della protezione civile nazionale, che vieta alle imprese di vendere all’estero dispositivi medici, tra i quali i ventilatori, particolarmente usati in queste settimane.

Il personale delle fiamme gialle e della dogana hanno bloccato l’enorme carico, che non si sa come aveva già superato tutti i controlli di sicurezza per l’accesso al porto ed era già in coda per l’imbarco e quindi in procinto di partire.
Ma fortunatamente, dopo un più approfondito controllo della documentazione relativo al carico, le Forze dell’Ordine hanno fermato l’autotrasportatore e verificato scrupolosamente il contenuto del rimorchio.
Sono stati così trovati all’interno  1.840 circuiti respiratori, composti da , pallone, tubo, valvola e maschera respiratoria, strumenti che rappresentano tutto ciò che serve al paziente e, di conseguenza, sono un elemento chiave dell’intero sistema di anestesia o di ventilazione polmonare.

I dispositivi sequestrati saranno consegnati alla protezione civile, che li distribuirà agli ospedali del nostro Paese.
I membri della Guardia di Finanza hanno dichiarato che al momento L’ordinanza 639 del 25 febbraio scorso, è l’unica cosa a cui fare riferimento e quindi fino ad ordine contrario nessuno strumento per la ventilazione meccanica può lasciare il nostro Paese.
Ovviamente, quando l’emergenza sarà finita in Italia, il nostro Paese manderà aiuti o macchinari che siano a tutte le Nazioni che ne avranno ancora bisogno.

 

Arriva una notizia che potrebbe gettare nel panico tutte quelle attività ancora aperte che basano il proprio funzionamento sulle pompe di benzina (vedi camionisti o corrieri).
Infatti è di oggi la notizia che i sindacati responsabili del settore a cui appartengono le pompe di benzina, hanno dichiarato la chiusura di ogni stazione di servizio sul territorio italiano, sia urbano che extraurbano.

Nel comunicato firmato da Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc / Anisa Confcommercio. si legge chiaramente che: “Da soli, non siamo purtroppo più nelle condizioni di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria anti contagio per quanto riguarda in Coronavirus, né la sostenibilità economica del servizio in quanto il 95% dei veicoli è fermo da settimane causa epidemia. Di conseguenza gli impianti di rifornimento di carburanti semplicemente cominceranno a chiudere: da mercoledì notte chiuderanno dapprima quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e poi in seguito, in progressione, chiuderanno tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria fino ad arrivare ai più piccoli nelle piccole cittadine”

A questo comunicato ufficiale, sono seguite poi alcune dichiarazioni che sanno molto di attacco alle istituzioni, colpevoli secondo i sindacati di non aver dato nessuna protezione alla categoria di lavoratori impiegati nelle pompe di benzina.
Precisamente è stato dichiarato che in queste settimane oltre 100.000 lavoratori in tutta Italia, senza essere mai menzionati, hanno assicurato un servizio fondamentale senza alcun tipo di sostegno economico ma soprattutto senza alcuna attrezzatura sanitaria fornita dalla Stato, volta a contrastare l’epidemia di Covid-19.
Proprio per questa mancanza, i lavoratori, tramite i sindacati, hanno deciso di dire basta in quanto non sentono più la necessità di mettere a rischio la propria incolumità.
Ora oltre che al supermarket, tra oggi e domani vedremo sicuramente file chilometriche anche alle pompe di benzina, causate di chi avrà il timore di rimanere senza carburante

La cittadina di Fondi è sicuramente una delle zone più colpite della Regione Lazio dall’epidemia di Coronavirus.
Molti infatti sono le morti in questo paesino di 39 mila abitanti causate dal Covid-19 e ancora di più a livello numerico sono i contagi ufficiali.
Oggi però, a fare notizia, non è il tanto discusso Virus, ma un omicidio che con l’epidemia sembra avere pochissimo a che fare.
Infatti, nel pomeriggio è stato trovato morto un 69 enne, ucciso molto probabilmente dopo essere stato picchiato selvaggiamente.

Appena ritrovato il corpo, dopo una segnalazione anonima ricevuta dai Carabinieri del posto, sono iniziate subito le analisi preliminari per stabile ora e cause del decesso.
Dopo una prima analisi quindi, è risultato che l’uomo fosse morto in mattinata. Mentre per la causa, l’ipotesi al momento più plausibile è che sia stato picchiato selvaggiamente fino a causare un arresto cardiaco fatale per l’agricoltore 69 enne.
I carabinieri di Latina hanno quindi dato via a delle indagini approfondite che hanno portato nel primo pomeriggio sulle tracce di un altro uomo, ex dipendente della vittima.
Secondo alcune testimonianze, tra i 2 non scorreva più buon sangue, tanto che il dipendente era stato ormai in pratica licenziato dal 69 enne.

Inoltre, sempre secondo alcune testimonianze degli abitanti del posto, tra i 2 già erano scoppiate alcune liti furibonde placate ad altri contadini che erano sul posto.
Stavolta a quanto pare però, causa anche l’epidemia di Coronavirus, sul luogo non c’era nessuno al di fuori dei 2 e forse, in quanto tutto resta da accertare, il dipendente ha esagerato con la violenza fisica fino ad uccidere quello che per anni era stato il suo capo.
Il dipendente è stato così preso in custodia cautelare dai Carabinieri di Latina in attesa di qualche prova che lo incastri definitivamente o di una sua confessione spontanea.

 

Arriva chiara e tonda fino a Palazzo Chigi la richiesta dei sindacati metalmeccanici: “O si riducono le attività o ci saranno nuovi e lunghi scioperi”.
Questa minaccia di scioperi, andrà quindi ad aggiungersi allo sciopero di 8 ore previsto per Mercoledì 25 e alle piccole iniziative svoltesi già oggi in tutta Italia, ma soprattutto in Lombardia e nelle zone più fortemente colpite dal Covid-19.

Le proteste, prima verbali e poi di fatto, sono iniziate subito dopo la pubblicazione del nuovo Decreto firmato da Giuseppe Conte.
Infatti, nella lista delle attività obbligate a fermare la propria attività, non sono presenti tutte quelle industrie metalmeccaniche che quindi rimarranno aperte, ovviamente rispettando tutti i requisiti di sicurezza anti contagio Coronavirus.
Proprio questa mancanza, ha scatenato l’ira dei sindacati del settore che, hanno prima indetto uno sciopero generale di 8 ore per il giorno di Mercoledì 25 marzo, per poi minacciare scioperi ancora più lunghi e quindi dannosi per tutte le attività.
Per questo motivo, domani mattina alle 11 i ministri dello Sviluppo Economico e dell’Economia, Stefano Patuanelli e Roberto Gualtieri, hanno convocato una videoconferenza con i maggiori sindacati, tra cui: Cgil, Cisl e Uil.
L’idea dei sindacati è che molte delle attività escluse dalla lista, non siano indispensabili tanto da rimanere aperte.

A fare la voce grossa inoltre, ci hanno pensato anche i sindacati dei settori metalmeccanici che, sempre dopo la pubblicazione del Decreto Legge, hanno dichiarato che lo sciopero generale del 25 marzo, potrebbe essere portato avanti fino al 29 marzo in tutte quelle industrie che ancora oggi non riescono a rispettare tutti i requisiti di sicurezza.
Come anche i sindacati maggiori, anche i più piccoli (Fim, Fiom e Uilm) chiedono che rimangano aperte solo quelle industrie strettamente necessarie ad evitare il blocco produttivo per l’Italia.

Al fine di evitare code di anziani, ovvero le persone più a rischio per il Coronavirus, l’Inps, in accordo con il Governo Centrale, con le Poste Italiane e con le Banche, ha aggiornato i giorni in cui le pensioni potranno essere ritirate.
In particolare, saranno distribuite in anticipo e soprattutto in più giorni, così da dilazionare le code che spesso nei giorni di inizio mese sono ampie e lunghe.

La decisione è stata presa proprio per cautelare i pensionati che, in Italia e in tutto il Mondo, sono proprio quelle persone a cui il Virus più spesso non lascia scampo, portandoli alla morte.
Famose infatti, sono le lunghe file di anziani i primi del mese nei punti di ritiro. Che siano banche o poste, chiunque sa che ad esempio il 2 di aprile, per svolgere un’operazione dovrà aspettare minimo un’ oretta mentre gli anziani in fila ritirano la loro pensione, giustamente.
Proprio avendo bene in mente questa immagine, l’Inps ha emesso questa nuova norma.
Pensare ad un anziano magari portatore sano che contagia altri 20 vecchietti potrebbe essere l’equivalente di una strage di massa in quanti molti perderebbero la vita.
Quindi, in poche parole, la pensione andrà ritirata in giorni molto diversi da quelli a cui si era abituati.

In particolare, per i mesi di Aprile, Maggio e Giugno, le mensilità verranno rilasciate durante l’ultima settimana del mese precedente.
Ovvero, ad esempio le pensioni di Aprile, potranno essere ritirate già a partire dal 26 marzo, ovviamente rispettando l’elenco in ordine alfabetico che gli enti preposti comunicheranno.
E’ importante ricordare soprattutto in questo periodo, che si può ritirare la propria pensione anche dal comodo Postamat, perfetto per evitare code inutile ed anche eventuali contagi.
Anche per il Postamat ovviamente, saranno valide le nuove regole e tempistiche.

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