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Il Coronavirus che ormai da oltre dodici mesi viaggia in maniera spedita sul nostro territorio ha si messo al collasso l’intero settore della sanità ma ha fatto registrare numerose perdite in termini economici, forse prima di questo evento non avevamo mai assistito ad una crisi economica finanziaria di queste dimensioni.
L’ex governo Conte in questo senso ha svolto un buon lavoro, nonostante i ritardi relativi alla cassa integrazione e  ai bonus per i lavoratori fermi dalla pandemia, che purtroppo attendono ancora gli aiuti dei mesi di novembre e dicembre 2020.
Con l’insediamento del governo Draghi seppur da pochissimi giorni, in materia di economia e finanza qualcosa sta già iniziando a cambiare.

L’attuale carica di ministro dell’economia è stata affidata a Daniele Franco, figura che ha trascorso la sua carriera professionale nella Banca d’Italia, di cui è diventato direttore generale il 1° gennaio 2020.
Gli obiettivi principali di Franco saranno fondamentalmente due, Recovery Plan e questione Ristori , oltre che cercare di unire una maggioranza molto eterogena composta da persone che in passato hanno avuto attrito proprio con l’attuale ministro.
A fine 2020 il debito pubblico pesa per 43.000 euro su ogni italiano e il rapporto con il PIL ormai sfiora il 160%, questi in sintesi sono i danni che la pandemia ha fatto in Italia.

Il Recovery Fund metterà a disposizione dell’Italia oltre 200 miliardi di euro, prima insidia per Franco sarà quella di dimostrare ai vertici dell’Unione Europea di aver fatto bene a dare questa enorme cifra al nostro Paese, già questa impresa risulterà difficile.
Inoltre dovrà prendere decisioni importantissime riguardo quota 100 e redditi di cittadinanza, due capisaldi del movimento cinque stelle ma che sembrano non piacere tanto a Franco, il ministro preferirebbe investire quei soldi per il  miglioramento della qualità dell’istruzione, l’aumento degli investimenti privati ​​e pubblici e la concessione di più fondi per la ricerca.
A Franco rivolgiamo un grosso augurio.

Nel nostro Paese il Covid-19 continua a viaggiare in maniera spedita, l’indice di contagio è risalito a 0.95, le varianti brasiliane e inglesi ormai dilagano in alcune regioni, imponendo misure restrittive ancora più importanti.
L’istituzione delle fasce di colori su base regionale durante le festività natalizie aveva dato dei buoni risultati, in questo momento non si sa il perchè, la situazione è in netto peggioramento tanto che gli esperti invocano a gran voce un nuovo lockdown nazionale, prima che la situazione si aggravi in maniera severa e le strutture sanitarie perdano il totale controllo della situazione.

Il consigliere del ministro Speranza, il professore Walter Ricciardi è stato uno dei primi, già nella passata settimana a consigliare una nuova chiusura su base nazionale in virtù dell’ormai presenza delle varianti anche in Italia, al momento un lockdown anche di sole 2 settimane ridurrebbe l’incidenza del Covid-19 al di sotto dei 50 casi per 100mila abitanti.
Sulla stessa linea il professor Andrea Crisanti dell’Università di Padova, invocando a gran voce un lockdown come fatto a Marzo, in modo da ritornare a controllare e tracciare il virus, cosa che da tanto tempo non si sta facendo visto i numeri altri relativi al contagio giornaliero.

Claudio Mastroianni, direttore del Dipartimento di Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma rimarca la necessità di varare nuove norme ancora più restringenti in modo da non riaffollare di nuovo i nosocomi italiani.
Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit invece ha un pensiero ben diverso in merito, sottolineando la stabilità dei dati e la campagna di vaccinazione in atto, arma potente e capace di fermare da sola il propagarsi del virus.
Anche il Prof. Burioni vorrebbe evitare un nuovo lockdown incrementando la campagna di vaccinazione che ha dimostrato , in Israele, la riduzione della circolazione del virus e dei contagi.
Gli Italiani scongiurano l’ennesima chiusura forzata.

Dopo le votazioni di ieri sulla piattaforma Rousseau, anche il Movimento Cinque Stelle ha dato pieno appoggio al nuovo governo che Mario Draghi sta cercando di formare.
Naturalmente prima di presentare la nuova squadra, Draghi avrà il compito di scegliere i nuovi ministri, proprio su questa questione non è trapelata nessuna anticipazione, zero voci di corridoio.
In questi giorni il prossimo Premier italiano insieme a Mattarella sicuramente avrà già preparato una lista con i nomi dei prossimi ministri, molto probabilmente quando salirà al Quirinale annuncerà la nuova maggioranza di governo, che si spera riuscirà a risollevare le sorti dell’Italia.

L’unica certezza riguarda i ministri della vecchia maggioranza, al 99% non troveranno posto i grillini Bonafede (Giustizia), la Azzolina (Scuola), Fraccaro (presidenza del Consiglio), Catalfo (Lavoro), Spadafora (Sport) né i piddini Gualtieri (Tesoro) e De Micheli (Infrastrutture).
Al momento nessun ripescaggio anche per l’ex Premier Giuseppe Conte che più volte ha già detto di non voler nessun tipo di incarico.
Di Maio invece, legatissimo alla poltrona, spera ancora in un ripescaggio last minute, ciò però non dovrebbe accadere visto le idee chiare del prossimo Premier, il Movimento però ci spera fino all’ultimo.
Altra certezza sarebbe quella di un’esclusione per tutti i leader dei partiti.

Il vero regista di questa nuova squadra oltre a Mario Draghi è il Presidente Mattarella, che conoscendo meglio le logiche dei partiti stabilirà i nomi dei ministri, molto probabilmente al Movimento Cinque Stelle toccheranno due ministeri, alla Lega, Pd e Fi due ministeri ciascuno, mentre uno per i piccoli partiti.
Sicura è la presenza di tecnici, Marta Cartabria fedelissima di Mattarella avrà di sicuro un ruolo importante, mentre è ancora incerta la presenza di Carlo Cottarelli.
Altra novità, si prevede un Consiglio dei Ministri con una maggioranza di quote rosa, quotate Elisabetta Belloni, attuale segretario generale proprio della Farnesina, l’economista Lucrezia Reichlin, l’imprenditrice Catia Bastioli ex presidente Terna, e l’uscente Luciana Lamorgese.

Mario Draghi quasi quindici giorni fa ha ottenuto l’incarico dal presidente Mattarella di formare una nuova maggioranza di governo in grado di tirare fuori il nostro Paese dalla crisi economica, sociale e finanziaria che ormai da un anno ci sta distruggendo.
Naturalmente non tutti i partiti della politica italiana hanno accolto con entusiasmo questo nuovo nome, il Movimento Cinque Stelle per esempio, risulta essere spaccato su questa decisione, una parte è contenta di dare l’appoggio a Mario Draghi, mentre alcuni non sono affatto favorevoli a questa nuova alleanza.
Come gesto di democrazia, i cinque stelle hanno messo al voto questa decisione.

Proprio nella giornata di oggi gli attivisti cinque stelle avranno la possibilità di esprimere una propria preferenza per quanto riguarda questa nuova alleanza, potranno farlo sulla Piattaforma Rousseau.
Gli iscritti prima di poter accedere alla votazione dovranno superare alcuni step, utili al fine di non falsificare i voti e rendere aperta e trasparente la decisione.
A dare questa notizia è stato il capo del partito, Vito Crimi in un lungo post scritto sulla propria pagina facebook.
Nelle prossime 24 ore i tecnici potranno già venir a conoscenza dell’esito della votazione, in caso di SI il movimento sosterrà Mario Draghi.

Inutile le polemiche di alcuni sull’apertura e poi chiusura immediata al voto, Crimi sottolinea che ciò è accaduto per puri problemi legati alla tempistica.
Il movimento di Beppe Grillo in un momento così delicato mette gli attivisti in primo piano, rendendoli gli unici protagonisti per quanto riguarda la nuova alleanza.
E’ si un gesto di chiara democrazia, ma è giusto mettere le sorti di un Paese nelle mani di pochi?!
Nel frattempo Draghi ha iniziato un nuovo giro di consultazioni, per fine settimana dovrebbero esserci risposte più precise sulla formazione della nuova squadra di governo, nel frattempo i Cinque Stelle dovrebbero farci sapere il loro pensiero.

 

 

Sono trascorsi più o meno dodici mesi dai primi positivi al Coronavirus registrati anche sul territorio italiano, purtroppo la situazione resta ancora complicata nonostante la campagna di vaccinazione viaggia a gonfie vele.
Da un anno gli operatori sanitari stanno mettendo in campo tutte le loro forze per contrastare questo maledetto virus, migliaia di persone sono salve grazie al lavoro di medici e infermieri, nonostante ancora oggi non esista una cura definitiva.
A proposito di cure, un team di medici ha messo a punto uno schema terapeutico basato sull’esperienza e sull’evidenze acquistate sul campo.

Il gruppo creato si chiama “Comitato per le Cure Domiciliari Covid-19” e conta più di 80 mila membri, creato dall’avvocato Erich Grimaldi, fondatore e presidente del “Comitato per il diritto alla cura tempestiva domiciliare nell’epidemia di Covid”.
Oltre alla consueta tachipirina, questo schema prevede l’uso di azitromicina, eparina in caso di eventi tromboembolici e l’idrossiclorochina, prima che l’AIFA ne vietasse l’utilizzo.
Su 906 pazienti curati a domicilio con questi schema , soltanto due i ricoveri e due i decessi.
Nonostante questi ottimi risultati il Governo centrale non ha mai voluto un confronto magari sulla possibilità d’attuazione di questa terapia, nel frattempo i medici di famiglia continuano a chiedere lo schema terapeutico per la cura dei loro pazienti.

Tra gli elementi di rilievo di questo ormai famosissimo gruppo, spicca il nome del Professore Cavanna, medico picentino che ha avuto l’onore di stare sulla copertina del “Time” grazie all’ottimo lavoro svolto qui in Italia.
La vittoria dell’avvocato Grimaldi riguarda anche la sentenza del Consiglio di Stato sulla prescrizione dell’idrossiclorochina, dopo il primo divieto di prescrizione oggi è consentito l’uso off label.
Un’altra vittoria riguarda la cura con gli anticorpi monoclonali, con estremo ritardo l’Aifa ha dato il via libera alla commercializzazione anche in Italia.
In questo momento lo schema terapeutico è stato ufficialmente richiesto dall’America, Grecia, Honduras, Malta, Brasile e Perù, in Italia ancora no.

 

Xiaomi corre sul mercato più veloce di tutte le aziende di telefonia e tecnologia, sul mercato italiano è stato lanciato l’ultimo gioiellino, il Mi 11.
Questo nuovo smartphone concorre con iPhone e Samsung per essere il migliore, nonostante il prezzo sia più basso rispetto ai due rivali, superata la concorrenza di Huawei che a causa di alcune decisioni scellerate di Trump ha perso tantissimo sul mercato internazionale.
Xiaomi, l’azienda fondata da Lei Jun nel 2020 è stato il secondo marchio più venduto e il terzo in Europa.
Ecco che ora si mira a livelli altissimi, il nuovo Mi 11 e è la dimostrazione.

Il Mi 11 è il primo smartphone ad arrivare sul territorio italiano con il processore Qualcomm Snapdragon 888, il più gettonato in questo periodo.
Saranno disponibili due versioni, una con 8 + 128 GB di memoria e l’altra con 8 + 256 GB, versione più potente e dinamica.
La batteria come sempre non delude mai, 4600 mAh con autonomia di almeno 20 ore, nella scatola un alimentatore veloce da 55W a base di GaN che ricarica in soli 50 minuti.
Xiaomi questa volta ha puntato forte sul display e sul comparto della fotocamera, sia anteriore che posteriore.

Display Amoled da 3200 x 1440 pixel, molto luminoso e con aggiornamento di frequenza fino ai 12 Hz, sfiora i 7 pollici di grandezza, ottimo per chi è abituato a vedere film sullo smartphone o per gli amanti dei gochi.
Harman Kardon ha progettato il sistema audio, con speaker di altissimo livelli, mai immessi sul mercato prima di questo momento.
La funzione Bluetooth 5.2 consente la connessione in contemporanea anche di due auricolari.
Le fotocamere sul retro sono tre, la principale grandangolare da 108 Megapixel, quella ultra-wide da 13 Megapixel  e una terza per le macro da 5 Megapixel.
Per i selfie, la fotocamera montata è da 20 megapixel.
Il prezzo è sicuramente più basso rispetto ai suoi rivali, ma più alto rispetto alla tradizione Xiaomi, il Mi 11 si aggira intorno agli 800 euro.

 

Mario Draghi è stato chiamato dal Presidente della Repubblica Italiana per formare una maggioranza di governo solida in grado di amministrare in questo difficile momento storico senza creare più problemi al popolo italiano.
Il grande economista italiano ed ex numero uno della Banca Centrale Europea ha accettato l’incarico con riserva, ovvero vorrà prima aprire un dialogo con le varie fazioni politiche del Paese, dopodichè se la situazione non sarà così ingarbugliata scioglierà la riserva.
Il primo giro di consultazioni con i partiti politici italiani è finito, ecco in sintesi la situazione politica italiana e i possibili scenari che da qui a breve potremmo vedere.

In casa Movimento 5 Stella l’aria è tesa, Beppe Grillo sembra voler dare piena fiducia a Draghi tanto da elogiare questa scelta in più occasioni, molti senatori però sono più che scettici sul nome fatto da Sergio Mattarella.
In questo scenario l’ex premier Giuseppe Conte ribadisce la sua volontà di non voler nessun incarico ministeriale, ma che comunque non volterà le spalla ad una persona come Mario Draghi.
Matteo Salvini e la Lega spiazzano tutti, mettendosi a disposizione di questo nuovo governo, nessuno mai l’avrebbe pensato.
La Meloni resta ferma , mai la fiducia a questo governo.

Il Partito Democratico con a capo Zingaretti darà quasi sicuramente la propria fiducia al nuovo Governo, si vorrebbe evitare un’alleanza con la Lega, che farebbe perdere di non poco la credibilità del partito.
Tralasciando questi inciuci di palazzo, la squadra di governo che metterà su Draghi sarà “mista”, ovvero ci saranno tecnici e politici, in maggioranza i primi in modo da diluire i contrasti fra i vari partiti.
Ancora presto per parlare di un programma governativo, sicuramente l’ex numero uno della BCE agirà secondo coscienza e cercando di superare nel migliore dei modi questo stato di profonda crisi economica, sanitaria e sociale.

Sembra essersi ripresa la campagna vaccinale nel nostro Paese, ad oggi contiamo quasi due milioni di persone che hanno ricevuto la prima dose, mentre quelli che hanno già fatto anche il richiamo sono circa un milione.
A distanza di un mese e mezzo dall’inizio della campagna, inaugurata il 27 Dicembre in tutti i Paesi dell’Unione Europea, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha stilato un primo report di farmacovigilanza sugli eventi avversi che si sono verificati con il vaccino Pfizer/Biontech, autorizzato nel nostro Paese dal 22/12/202 nel periodo compreso tra il 27 Dicembre 2020 e il 26 Gennaio dell’anno in corso.

A dire il vero in questo report sono state incluse anche le reazioni avverse che si sono registrate in quei pazienti che hanno ricevuto come vaccino quello dell’azienda americana Moderna, in termini numerici le reazioni avverse relative a questo tipo di vaccino sono state inferiori all’uno per cento, poichè le dosi somministrate sono state davvero poche.
Sono pervenute all’AIFA circa 7.337 segnalazioni su un totale di 1.564.090 dosi somministrate.
Il 94% di queste segnalazioni fanno riferimento ad eventi non gravi, il 7,6% delle rimanenti segnalazioni sono state classificate come gravi, anche se si sta ancora studiando il nesso tra queste avversità e il vaccino iniettato.

I sintomi maggiormente riferiti sono stati in primis dolore nella sede d’iniezione comparso dopo 3-5 ore dalla somministrazione e scomparso nel giro di 24-48 ore, alcuni hanno segnalato innalzamento della temperatura corporea, altri dolori, astenia e stanchezza generalizzata.
Da segnalare 13 decessi dopo la somministrazione del vaccino, gli studi effettuati però non hanno dimostrato nessun nesso tra la dose e il decesso.
Le analisi condotte sui dati confermano, come già ben sapevamo, un buon profilo di sicurezza di questi due vaccini a mRNA.
Per gli scettici ancora una volta la medicina ci mostra dati confortanti, ora tocca a noi vaccinarci e uscire insieme da questo brutto incubo che ci perseguita da un anno.

Il talent show di Maria De Filippi, Amici 2021, riserva sempre un mucchio di sorprese, oltre a mettere in mostri i talenti di tanti giovani aspiranti ballerini e cantanti, in queste ultime settimane la casa sta vedendo tanti fidanzamenti nascere.
I primi flirt amorosi sono stati quelli tra il cantante Sangiovanni ormai famosissimo per le sue canzoni che già spopolano sul web e la ballerina Giulia, per ora l’amore sembra andare a gonfie vele.
Non si direbbe lo stesso per il giovane cantante napoletano Aka7even che in questa settimana purtroppo in amore ha vissuto più bassi che alti.

La bellissima ballerina Martina da un pò di tempo aveva intrapreso una relazione d’amore con Aka7even, tutto sembrava andare per il meglio, ma all’improvviso la scena è cambiata.
Negli ultimi giorni la ballerina sembra essersi innamorata di Raffaele, anch’esso cantante.
Aka7even notando ciò ha chiesto alcuni chiarimenti alla fidanzata, che in poche parole gli ha spiegato di essersi innamorata di un altro.
Il giovane napoletano è scoppiato in lacrime e ha chiesto a Martina di allontanarsi definitivamente e di evitare anche un semplice saluto.
In casa naturalmente la tensione è alta.

In soccorso di Aka7even è arrivata subito la ballerina Giulia che ha cercato di consolarlo e tirarlo su di morale, nulla è servito, il giovane cantante ha passato l’intera giornata piangendo senza voler vedere nè parlare con nessuno.
In contemporanea, Martina ha voluto spiegare la situazione a Raffaele che purtroppo al momento non riesce a ricambiare questo amore, forse perchè troppo concentrato a studiare o forse perchè fuori dal programma ha già qualcuna che lo aspetta.
Sabato pomeriggio alle ore 14.10 il talent andrà in onda su Canale 5, quasi sicuramente Maria De Filippi dedicherà uno spazio a quest’amore finito.
Nel frattempo i concorrenti si preparano duramente per affrontare le sfide di sabato pomeriggio.

 

Sergio Mattarella pochi giorni fa aveva affidato un mandato esplorativo a Roberto Fico per cercare di costruire una nuova maggioranza dopo le dimissioni dell’ex premier Giuseppe Conte.
Ieri il Presidente della Repubblica dopo aver ascoltato le proposte di Fico ha deciso di provare a formare un governo definiti di “alto profilo”, con nomi illustri e fuori dal mondo attuale della politica.
Questa mattina al Quirinale è arrivato Mario Draghi, a lui il compito di formare un nuovo governo, l’ex numero uno della Banca Centrale Europea ha accettato con riserva, che scioglierà solo dopo alcuni suoi incontri.

La difficoltà sta proprio nel trovare una maggioranza nelle due ali del Parlamento Italiano.
Il Movimento Cinque Stelle è spaccato a metà su questa situazione, l’ala capeggiata da Di Battista è assolutamente sfavorevole a questa decisione, addirittura minaccia di mettersi all’opposizione sia in camera che in senato.
In pratica i voti favorevoli ad un governo Draghi saranno sicuramente inferiore di quelli assicurati a Conte.
Il Partito Democratico non ha una linea ben definita, Zingaretti sembra voler accettare la candidatura dell’economista italiano , mentre Orlando non si pronuncia ancora, volendo forse capire prima su che maggioranza conta il governo che si formerà.

La Lega e Matteo Salvini che dal primo momento hanno invocato le elezioni anticipate, in questo momento non chiudono le porte ad un Governo Draghi, anzi vogliono valutare prima il programma del governo.
Alla Camera il governo Draghi conta, già da ora, sui 93 deputati del Pd, i 91 di Forza Italia, i 28 di Iv, quasi tutti i 50 deputati del Misto, in totale 262 deputati.
Al Senato Quindi sono 131 senatori ‘sicuri’ pro-Draghi che possono arrivare a 138-141 se LeU e una consistente pattuglia del Misto lo vota. Mancano, dunque, almeno venti voti buoni.
Si spera che per fine settimana l’Italia sappia chi sarà la nuova guida governativa.

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