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Il Coronavirus proprio non ne vuole sapere di lasciarci vivere di nuovo in totale tranquillità , purtroppo in questi giorni stiamo assistendo ad un nuovo aumento del numero dei positivi questo a causa delle varianti che circolano anche sul nostro territorio.
Sta per arrivare un nuovo Dpcm questo volta il firmatario è il nuovo esecutivo italiano capeggiato dal premier Mario Draghi.
Proprio in queste ore in videoconferenza vi è una riunione tra i governatori regionali e alcuni Ministri, tra cui Roberto Speranza ministro della Salute e Mariastella Gelmini ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie.

Il sistema a fasce che in alcuni casi sembra aver dato buoni risultati non verrà abbandonato, si scongiura l’idea di un lockdown generalizzato che tanto invocano gli esperti virologi.
Altra novità assoluta riguarda l’eventuale inizio delle nuove chiusure, non avverrà più dalla domenica come succede da marzo scorso ma dal lunedì, in modo tale che i commercianti non perdano il weekend lavorativo.
La riunione di stamattina è la seconda in meno di una settimana, la Gelmini sottolinea la volontà di confrontarsi con maggior frequenza e costanza.
Inevitabilmente si sta pensando gia alla graduale apertura per gli inizi di Aprile.

In tal senso il Ministro Dario Franceschini ha avviato un lavoro con il Comitato Tecnico Scientifico per la graduale apertura dei luoghi di cultura, cercando sempre di evitare l’arrivo della terza ondata, che sarebbe un disastro per l”Italia.
Sicuramente durante la riunione verrà trattato anche il tema relativo alle scuole, molti invocano la chiusura vista la situazione epidemiologica e la presenza sempre più costante delle varianti inglese e brasiliana.
Il primo provvedimento in materia di Covid-19 di Mario Draghi dovrebbe durare fino al 6 Aprile, quindi non sarà possibile trascorrere la Pasqua come si era abituati.
Altra novità riguarda l’introduzione di una zona arancione scuro, ovvero con regole ancora più restrittive.

La nostra Nazione ha già approvato ben tre diversi tipi di vaccini contro il Coronavirus, infatti nelle strutture sanitarie si somministra il Pfizer, il vaccino Moderna e l’AstraZeneca.
Le prime fiale di Pfizer sono arrivate in Italia il 27 Dicembre per inaugurare l’inizio della campagna di vaccinazione, poi purtroppo ci sono stati un pò di ritardi e tagli sulle consegne previste, stessa identica cosa sta succedendo per gli altri due, addirittura AstraZeneca ha annunciato che nel secondo trimestre del 2021 invece di consegnare 180 milioni di dosi, ne consegnerò giusto la metà.
Per fortuna in questo momento ci sono una varietà di vaccini che devono essere solo approvati.

Oltre al vaccino russo Sputnik V che ormai si conosce già , ma in Italia non è stato ancora approvato, in arrivo ci sono le dosi di Johnson&Johnson, il vaccino cubano Soberana e il vaccino Curavec.
Il Curavec messo in piedi da un’azienda tedesca interessa molto il nostro Paese, perchè l’Ema ha appena dato l’ok alla visualizzazione dei dati provenienti dalle fasi di sperimentazione, quindi da qui a poche settimane potrebbe essere disponibile anche sul nostro territorio.
Ottime notizie in vista degli enormi ritardi in cui versa l’Italia per la questione vaccini.

Il vaccino Curavec è fondamentale per l’Italia perchè secondo gli accordi Europei al nostro Paese spetterebbero 29,880000 di dosi tra il 2021 e il 2022, numeri davvero importanti.
Ma l’idea del nuovo premier italiano è quella di iniziare a produrre le dosi sul nostro territorio, in merito a ciò il Ministro Giorgetti si siederà al tavolo con Farmindustria, per capire se l’idea è fattibile.
Inoltre Draghi vorrebbe seguire il modello inglese, ovvero somministrare la prima dose di AstraZeneca a più persone possibili e poi effettuare i richiami dopo i tre mesi.
Nell’attesa di queste nuove strategie, resta il fatto che le vaccinazioni procedono troppo a rilento.

Alessandro Di Battista ha lasciato il Movimento Cinque Stelle proprio poche settimane fa dopo non aver accettato che il suo partito avesse dato la fiducia all’attuale premier italiano, Mario Draghi.
Si può dire che Di Battista è stato uno dei fondatori del Movimento, purtroppo però già da tempo in più situazioni era in disaccordo con i suoi colleghi, era nell’aria un suo allontanamento dalla linea politica adottata dai Cinque Stelle negli ultimi anni.
Ora sembra che l’ex pentastellato non voglia rimanere fuori dalla scena politica principale, anzi sicuramente tenterà di formare un nuovo partito politico.

La personalità di Di Battista è stata sempre un pò particolare e diversa dal resto dei suoi compagni, eppure ha saputo crearsi un gruppo di fedelissimi, si parla che un 5% dei grillini sia disposto a lasciare il movimento per far parte di un nuovo partito con a capo proprio l’ex grillino.
La sua nuova campagna elettorale sta sfruttando al massimo i social, la pagina Facebook di Di Battista conta 1 milione e mezzo di “mi piace”, numeri raggiunti da idoli italiani quali Totti e Vasco Rossi, su Instagram invece ha oltre 270 mila follower, nella sua ultima diretta 87 mila di loro erano attenti ad ascoltare le ultime novità.

E a pensare che Di Battista nella vita non aveva mai avuto il desiderio di diventare un uomo politico.
All’inizio della sua carriera lavorativa, inizia a lavorare nella piccola azienda di famiglia, purtroppo la figura, ingombrante, del padre lo fa allontanare.
Successivamente inizia a viaggiare e fotografare ogni bellezza che incontra per strada, tutti convinti che voglia diventare reportage.
Prova poi a fare il falegname, lavoro duro.
Infine inizia a fare il barman a Ortona ma comincia ad appassionarsi alla politica italiana.
A soli 42 anni Di Battista ha avuto un vita ricca di colpi di scena, vedremo ora cosa sarà capace di inventarsi.

Nel pieno della campagna di vaccinazione, che purtroppo per chissà quale motivazione nel nostro Paese procede molto lentamente, stiamo assistendo ad una campagna di disinformazione sul vaccino AstraZeneca, che da poche settimane è stato accettato in Europa e in Italia dall’EMA e dell’AIFA.
Fare chiarezza su questa questione è di un’importanza immensa, vaccinarsi è un dovere morale da fare prima verso noi stessi e poi nei confronti degli altri, in particolare per rispetto delle 95 mila vittime causate dal Covid-19.
Raggiungere l’immunità di gregge e ritornare alla vita di tutti i giorni non è forse il desiderio più grande che al momento abbiamo ?!

Dalla Germania arrivano notizie davvero brutte sui vaccini prodotti da AstraZeneca, sarà tutto vero?
Partiamo dal principio che qualsiasi tipo di vaccino porta con sè lievissimi effetti collaterali, questi però dimostrano proprio l’efficacia del medicinale, quindi non dovrebbero preoccupare.
In Germania è accaduto che in alcune cliniche del nord del Westfalia, circa il 40% degli operatori sanitari ha avuto effetti collaterali dopo l’iniezione, le previsioni erano ben diversi, si attendeva che non oltre il 10% avrebbe dovuto presentare reazioni post-vaccinali.
L’Istituto Paul Ehrlich, l’istituzione federale tedesca che si occupa di vaccini, sta studiando il perchè di questa vicenda.

Va comunque detto che la vaccinazione è stata solo temporaneamente bloccata perchè le strutture sanitarie avevano problemi legati al numero di personale.
La stessa vicenda è capitata anche in Svezia, dove su 400 dosi somministrate, 100 sanitari hanno fatto registrare la presenza di effetti collaterali.
Gli esperti mondiali rassicurano ancora una volta la popolazione, il vaccino inglese è sicuro al 100%.
Intanto la campagna di vaccinazione in Italia procede con qualche ritardo, entro il 15 Aprile tutti i sanitari dovrebbero avere ricevuto la seconda dose, nel giro di qualche giorno in più anche la vaccinazione agli over 80 dovrebbe essere completata.
Si passerà poi , nel mese di Aprile, a vaccinare le categorie più fragili.

Come ogni settimana il Ministero della Salute con l’ausilio dell’Istituto Superiore di Sanità ha emanato i dati riguardanti la situazione Coronavirus nelle varie regioni italiane.
Da risultati viene fuori che dieci regioni hanno un indice di trasmissibilità superiore all’uno, e sono Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Molise, province autonome di Bolzano e Trento, Toscana e Umbria, le altre Regioni/Province Autonome hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario di tipo 1, ovvero non troppo preoccupante e quindi rimangono in zona gialla.
L’Umbria invece viene classificata come ad alto rischio, le varianti hanno invaso quei territori.

Le regioni che ritornano in zona arancione dovranno rispettare delle regole molto più stringenti che sicuramente non piacciono ai commercianti e soprattutto ai ristoratori.
Resta sempre il coprifuoco alle ore 22.00 , ci vorrà l’autocertificazione nel caso in cui per un valido motivo abbiamo il bisogno di recarci fuori dal nostro comune di domicilio, all’interno del comune ci si può muovere con libertà.
Purtroppo richiuderanno i ristoranti e i bar, a loro sarà consentito solo l’asporto e la consegna a domicilio sempre fino al coprifuoco.
Resteranno sempre aperti invece i negozi che venderanno beni di prima necessità.

Purtroppo la situazione sanitaria non è delle migliori, da circa dieci giorni il rapporto tra positivi e tamponi effettuati sta risalendo, le terapie intensive e i reparti Covid-19 al momento reggono ma con questo trend nel giro di poche settimane ci sarà un vero e proprio collasso.
Le varianti preoccupano per la loro forte contagiosità, al momento l’unica arma disponibile è la vaccinazione, in questi giorni il numero dei vaccinati sta aumentando sempre di più.
Gli italiani sono ormai stanchi di questa situazione, tutti sperano di poter ripartire nel più breve tempo possibile e ricominciare a vivere, a viaggiare o semplicemente andare in un ristorante a mangiare con i propri amici.

 

 

Il nuovo Presidente del Consiglio, il dott. Mario Draghi è già pronto a mettere in pratica la sua idea di governo in modo da risollevare l’Italia da questa profonda crisi sanitaria, sociale e soprattutto economica.
Gli scettici penso potranno restare tranquilli proprio sulla crisi economica-finanziaria, Draghi in passato ha ricoperto ruoli strategici proprio in questo campo, e i risultati sono stati eccellenti.
Nel discorso tenutosi ieri al Senato, il Premier ha sottolineato l’importanza della gestione Covid-19,al momento il primo obiettivo è cercare di riorganizzare tutto ciò che ruota interno all’emergenza sanitaria.

Come ci spiega il “Corriere della Sera”, il primo intervento del nuovo governo sarà proprio sul “Comitato Tecnico Scientifico”, istituito lo scorso cinque Febbraio per affiancare il Governo in alcune decisioni strategiche, tra le più importanti i vari lockdown e l’obbligo delle mascherine.
L’idea è quella di snellire l’organico ma lasciare sempre lo stesso campo d’azione, e inoltre far seguire a chi ne fa parte una linea di comunicazione unitaria per evitare equivoci e fughe in avanti rispetto alla strategia del governo.
In questi giorni, a proposito di strategia comunicativa, il ministro Speranza ha sottolineato l’importanza dei messaggi che i vari esperti riferiscono nelle tv, il più delle volte contradditori tra loro.

Gli attuali volti noti del CTS sono Silvio Brusaferro, Luigi Ippolito e Franco Locatelli coordinati dal prof.  Agostino Miozzo, in totale sono circa 26, nessuno di loro percepisce uno stipendio.
Il Cts fino a questo momento è stato un ottimo supporto nelle decisioni governative in merito all’emergenza , spesso però alcuni virologi ed esperti del caso nelle trasmissioni televisive hanno parlato a nome del Comitato pur non facendone parte, ciò ha messo in crisi anche il Governo, che veniva additato su questioni su cui non si era mai pronunciato.
Nelle prossime ore Draghi insieme alla squadra di governo interverranno su questa vicenda.

 

Che il vaccino fosse l’unica arma per combattere in maniera efficace il maledetto Coronavirus era qualcosa che ascoltavamo solo alla televisione o leggevamo sui giornali , ma dati di fatto ne avevamo ben pochi, escludendo quelli che sono venuti fuori dagli studi fatti per dimostrare l’efficacia del farmaco.
Da circa un paio di giorni trapelano voci importanti e rassicuranti sull’efficacia del vaccino, è stata propria l’Italia a lanciare questa meravigliosa notizia, affinchè anche i più scettici possano convincersi ad accettare questo tipo di cura.
I risultati provengono da uno studio fatto dall’Ospedale Bambino Gesù di Roma sul personale sanitario.

Prima dell’inizio della campagna di vaccinazione i contagi tra personale sanitario superavano quota 14 mila, trenta giorni dopo il numero è calato di circa il 50 per cento.
Inoltre i dati provenienti dallo studio fatto a Roma hanno sottolineato che a 21 giorni dalla somministrazione della dose, il 99% del personale sanitario aveva già sviluppato anticorpi.
A confermare questi numeri è stato anche l‘Istituto Superiore di Sanità, che invita tutti alla cautela, dal momento in cui bisogna aspettare affinchè questo dato diventi stabile.
Anche a livello globale, per la quinta settimana consecutiva il numero dei contagi cala in maniera netta.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità tramite il suo principale delegato fa sapere che i casi settimanali sono passati da oltre 5 milioni nel periodo tra il 4-10 gennaio a 2,6 milioni tra l’8 e il 14 febbraio , a dimostrazione che le regole vigenti stanno funzionando nonostante la presenza massiccia delle varianti inglese e brasiliana.
Anche negli Stati Uniti D’America  ieri ci sono stati 53 mila casi di Coronavirus, il numero più basso dagli inizi di Novembre.
Gli scienziati hanno pareri diversi sulla questione del calo dei positivi, alcuni credono che il motivo sia la campagna di vaccinazione, altri invece pensano sia l’arrivo della primavera, l’importante è che il dato venga riconfermato anche nelle prossime settimane, continuando a mantenere sempre alta l’allerta.

 

Il Coronavirus che ormai da oltre dodici mesi viaggia in maniera spedita sul nostro territorio ha si messo al collasso l’intero settore della sanità ma ha fatto registrare numerose perdite in termini economici, forse prima di questo evento non avevamo mai assistito ad una crisi economica finanziaria di queste dimensioni.
L’ex governo Conte in questo senso ha svolto un buon lavoro, nonostante i ritardi relativi alla cassa integrazione e  ai bonus per i lavoratori fermi dalla pandemia, che purtroppo attendono ancora gli aiuti dei mesi di novembre e dicembre 2020.
Con l’insediamento del governo Draghi seppur da pochissimi giorni, in materia di economia e finanza qualcosa sta già iniziando a cambiare.

L’attuale carica di ministro dell’economia è stata affidata a Daniele Franco, figura che ha trascorso la sua carriera professionale nella Banca d’Italia, di cui è diventato direttore generale il 1° gennaio 2020.
Gli obiettivi principali di Franco saranno fondamentalmente due, Recovery Plan e questione Ristori , oltre che cercare di unire una maggioranza molto eterogena composta da persone che in passato hanno avuto attrito proprio con l’attuale ministro.
A fine 2020 il debito pubblico pesa per 43.000 euro su ogni italiano e il rapporto con il PIL ormai sfiora il 160%, questi in sintesi sono i danni che la pandemia ha fatto in Italia.

Il Recovery Fund metterà a disposizione dell’Italia oltre 200 miliardi di euro, prima insidia per Franco sarà quella di dimostrare ai vertici dell’Unione Europea di aver fatto bene a dare questa enorme cifra al nostro Paese, già questa impresa risulterà difficile.
Inoltre dovrà prendere decisioni importantissime riguardo quota 100 e redditi di cittadinanza, due capisaldi del movimento cinque stelle ma che sembrano non piacere tanto a Franco, il ministro preferirebbe investire quei soldi per il  miglioramento della qualità dell’istruzione, l’aumento degli investimenti privati ​​e pubblici e la concessione di più fondi per la ricerca.
A Franco rivolgiamo un grosso augurio.

Nel nostro Paese il Covid-19 continua a viaggiare in maniera spedita, l’indice di contagio è risalito a 0.95, le varianti brasiliane e inglesi ormai dilagano in alcune regioni, imponendo misure restrittive ancora più importanti.
L’istituzione delle fasce di colori su base regionale durante le festività natalizie aveva dato dei buoni risultati, in questo momento non si sa il perchè, la situazione è in netto peggioramento tanto che gli esperti invocano a gran voce un nuovo lockdown nazionale, prima che la situazione si aggravi in maniera severa e le strutture sanitarie perdano il totale controllo della situazione.

Il consigliere del ministro Speranza, il professore Walter Ricciardi è stato uno dei primi, già nella passata settimana a consigliare una nuova chiusura su base nazionale in virtù dell’ormai presenza delle varianti anche in Italia, al momento un lockdown anche di sole 2 settimane ridurrebbe l’incidenza del Covid-19 al di sotto dei 50 casi per 100mila abitanti.
Sulla stessa linea il professor Andrea Crisanti dell’Università di Padova, invocando a gran voce un lockdown come fatto a Marzo, in modo da ritornare a controllare e tracciare il virus, cosa che da tanto tempo non si sta facendo visto i numeri altri relativi al contagio giornaliero.

Claudio Mastroianni, direttore del Dipartimento di Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma rimarca la necessità di varare nuove norme ancora più restringenti in modo da non riaffollare di nuovo i nosocomi italiani.
Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit invece ha un pensiero ben diverso in merito, sottolineando la stabilità dei dati e la campagna di vaccinazione in atto, arma potente e capace di fermare da sola il propagarsi del virus.
Anche il Prof. Burioni vorrebbe evitare un nuovo lockdown incrementando la campagna di vaccinazione che ha dimostrato , in Israele, la riduzione della circolazione del virus e dei contagi.
Gli Italiani scongiurano l’ennesima chiusura forzata.

Dopo le votazioni di ieri sulla piattaforma Rousseau, anche il Movimento Cinque Stelle ha dato pieno appoggio al nuovo governo che Mario Draghi sta cercando di formare.
Naturalmente prima di presentare la nuova squadra, Draghi avrà il compito di scegliere i nuovi ministri, proprio su questa questione non è trapelata nessuna anticipazione, zero voci di corridoio.
In questi giorni il prossimo Premier italiano insieme a Mattarella sicuramente avrà già preparato una lista con i nomi dei prossimi ministri, molto probabilmente quando salirà al Quirinale annuncerà la nuova maggioranza di governo, che si spera riuscirà a risollevare le sorti dell’Italia.

L’unica certezza riguarda i ministri della vecchia maggioranza, al 99% non troveranno posto i grillini Bonafede (Giustizia), la Azzolina (Scuola), Fraccaro (presidenza del Consiglio), Catalfo (Lavoro), Spadafora (Sport) né i piddini Gualtieri (Tesoro) e De Micheli (Infrastrutture).
Al momento nessun ripescaggio anche per l’ex Premier Giuseppe Conte che più volte ha già detto di non voler nessun tipo di incarico.
Di Maio invece, legatissimo alla poltrona, spera ancora in un ripescaggio last minute, ciò però non dovrebbe accadere visto le idee chiare del prossimo Premier, il Movimento però ci spera fino all’ultimo.
Altra certezza sarebbe quella di un’esclusione per tutti i leader dei partiti.

Il vero regista di questa nuova squadra oltre a Mario Draghi è il Presidente Mattarella, che conoscendo meglio le logiche dei partiti stabilirà i nomi dei ministri, molto probabilmente al Movimento Cinque Stelle toccheranno due ministeri, alla Lega, Pd e Fi due ministeri ciascuno, mentre uno per i piccoli partiti.
Sicura è la presenza di tecnici, Marta Cartabria fedelissima di Mattarella avrà di sicuro un ruolo importante, mentre è ancora incerta la presenza di Carlo Cottarelli.
Altra novità, si prevede un Consiglio dei Ministri con una maggioranza di quote rosa, quotate Elisabetta Belloni, attuale segretario generale proprio della Farnesina, l’economista Lucrezia Reichlin, l’imprenditrice Catia Bastioli ex presidente Terna, e l’uscente Luciana Lamorgese.

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