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Nel pieno della campagna di vaccinazione, che purtroppo per chissà quale motivazione nel nostro Paese procede molto lentamente, stiamo assistendo ad una campagna di disinformazione sul vaccino AstraZeneca, che da poche settimane è stato accettato in Europa e in Italia dall’EMA e dell’AIFA.
Fare chiarezza su questa questione è di un’importanza immensa, vaccinarsi è un dovere morale da fare prima verso noi stessi e poi nei confronti degli altri, in particolare per rispetto delle 95 mila vittime causate dal Covid-19.
Raggiungere l’immunità di gregge e ritornare alla vita di tutti i giorni non è forse il desiderio più grande che al momento abbiamo ?!

Dalla Germania arrivano notizie davvero brutte sui vaccini prodotti da AstraZeneca, sarà tutto vero?
Partiamo dal principio che qualsiasi tipo di vaccino porta con sè lievissimi effetti collaterali, questi però dimostrano proprio l’efficacia del medicinale, quindi non dovrebbero preoccupare.
In Germania è accaduto che in alcune cliniche del nord del Westfalia, circa il 40% degli operatori sanitari ha avuto effetti collaterali dopo l’iniezione, le previsioni erano ben diversi, si attendeva che non oltre il 10% avrebbe dovuto presentare reazioni post-vaccinali.
L’Istituto Paul Ehrlich, l’istituzione federale tedesca che si occupa di vaccini, sta studiando il perchè di questa vicenda.

Va comunque detto che la vaccinazione è stata solo temporaneamente bloccata perchè le strutture sanitarie avevano problemi legati al numero di personale.
La stessa vicenda è capitata anche in Svezia, dove su 400 dosi somministrate, 100 sanitari hanno fatto registrare la presenza di effetti collaterali.
Gli esperti mondiali rassicurano ancora una volta la popolazione, il vaccino inglese è sicuro al 100%.
Intanto la campagna di vaccinazione in Italia procede con qualche ritardo, entro il 15 Aprile tutti i sanitari dovrebbero avere ricevuto la seconda dose, nel giro di qualche giorno in più anche la vaccinazione agli over 80 dovrebbe essere completata.
Si passerà poi , nel mese di Aprile, a vaccinare le categorie più fragili.

Come ogni settimana il Ministero della Salute con l’ausilio dell’Istituto Superiore di Sanità ha emanato i dati riguardanti la situazione Coronavirus nelle varie regioni italiane.
Da risultati viene fuori che dieci regioni hanno un indice di trasmissibilità superiore all’uno, e sono Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Molise, province autonome di Bolzano e Trento, Toscana e Umbria, le altre Regioni/Province Autonome hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario di tipo 1, ovvero non troppo preoccupante e quindi rimangono in zona gialla.
L’Umbria invece viene classificata come ad alto rischio, le varianti hanno invaso quei territori.

Le regioni che ritornano in zona arancione dovranno rispettare delle regole molto più stringenti che sicuramente non piacciono ai commercianti e soprattutto ai ristoratori.
Resta sempre il coprifuoco alle ore 22.00 , ci vorrà l’autocertificazione nel caso in cui per un valido motivo abbiamo il bisogno di recarci fuori dal nostro comune di domicilio, all’interno del comune ci si può muovere con libertà.
Purtroppo richiuderanno i ristoranti e i bar, a loro sarà consentito solo l’asporto e la consegna a domicilio sempre fino al coprifuoco.
Resteranno sempre aperti invece i negozi che venderanno beni di prima necessità.

Purtroppo la situazione sanitaria non è delle migliori, da circa dieci giorni il rapporto tra positivi e tamponi effettuati sta risalendo, le terapie intensive e i reparti Covid-19 al momento reggono ma con questo trend nel giro di poche settimane ci sarà un vero e proprio collasso.
Le varianti preoccupano per la loro forte contagiosità, al momento l’unica arma disponibile è la vaccinazione, in questi giorni il numero dei vaccinati sta aumentando sempre di più.
Gli italiani sono ormai stanchi di questa situazione, tutti sperano di poter ripartire nel più breve tempo possibile e ricominciare a vivere, a viaggiare o semplicemente andare in un ristorante a mangiare con i propri amici.

 

 

Il nuovo Presidente del Consiglio, il dott. Mario Draghi è già pronto a mettere in pratica la sua idea di governo in modo da risollevare l’Italia da questa profonda crisi sanitaria, sociale e soprattutto economica.
Gli scettici penso potranno restare tranquilli proprio sulla crisi economica-finanziaria, Draghi in passato ha ricoperto ruoli strategici proprio in questo campo, e i risultati sono stati eccellenti.
Nel discorso tenutosi ieri al Senato, il Premier ha sottolineato l’importanza della gestione Covid-19,al momento il primo obiettivo è cercare di riorganizzare tutto ciò che ruota interno all’emergenza sanitaria.

Come ci spiega il “Corriere della Sera”, il primo intervento del nuovo governo sarà proprio sul “Comitato Tecnico Scientifico”, istituito lo scorso cinque Febbraio per affiancare il Governo in alcune decisioni strategiche, tra le più importanti i vari lockdown e l’obbligo delle mascherine.
L’idea è quella di snellire l’organico ma lasciare sempre lo stesso campo d’azione, e inoltre far seguire a chi ne fa parte una linea di comunicazione unitaria per evitare equivoci e fughe in avanti rispetto alla strategia del governo.
In questi giorni, a proposito di strategia comunicativa, il ministro Speranza ha sottolineato l’importanza dei messaggi che i vari esperti riferiscono nelle tv, il più delle volte contradditori tra loro.

Gli attuali volti noti del CTS sono Silvio Brusaferro, Luigi Ippolito e Franco Locatelli coordinati dal prof.  Agostino Miozzo, in totale sono circa 26, nessuno di loro percepisce uno stipendio.
Il Cts fino a questo momento è stato un ottimo supporto nelle decisioni governative in merito all’emergenza , spesso però alcuni virologi ed esperti del caso nelle trasmissioni televisive hanno parlato a nome del Comitato pur non facendone parte, ciò ha messo in crisi anche il Governo, che veniva additato su questioni su cui non si era mai pronunciato.
Nelle prossime ore Draghi insieme alla squadra di governo interverranno su questa vicenda.

 

Che il vaccino fosse l’unica arma per combattere in maniera efficace il maledetto Coronavirus era qualcosa che ascoltavamo solo alla televisione o leggevamo sui giornali , ma dati di fatto ne avevamo ben pochi, escludendo quelli che sono venuti fuori dagli studi fatti per dimostrare l’efficacia del farmaco.
Da circa un paio di giorni trapelano voci importanti e rassicuranti sull’efficacia del vaccino, è stata propria l’Italia a lanciare questa meravigliosa notizia, affinchè anche i più scettici possano convincersi ad accettare questo tipo di cura.
I risultati provengono da uno studio fatto dall’Ospedale Bambino Gesù di Roma sul personale sanitario.

Prima dell’inizio della campagna di vaccinazione i contagi tra personale sanitario superavano quota 14 mila, trenta giorni dopo il numero è calato di circa il 50 per cento.
Inoltre i dati provenienti dallo studio fatto a Roma hanno sottolineato che a 21 giorni dalla somministrazione della dose, il 99% del personale sanitario aveva già sviluppato anticorpi.
A confermare questi numeri è stato anche l‘Istituto Superiore di Sanità, che invita tutti alla cautela, dal momento in cui bisogna aspettare affinchè questo dato diventi stabile.
Anche a livello globale, per la quinta settimana consecutiva il numero dei contagi cala in maniera netta.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità tramite il suo principale delegato fa sapere che i casi settimanali sono passati da oltre 5 milioni nel periodo tra il 4-10 gennaio a 2,6 milioni tra l’8 e il 14 febbraio , a dimostrazione che le regole vigenti stanno funzionando nonostante la presenza massiccia delle varianti inglese e brasiliana.
Anche negli Stati Uniti D’America  ieri ci sono stati 53 mila casi di Coronavirus, il numero più basso dagli inizi di Novembre.
Gli scienziati hanno pareri diversi sulla questione del calo dei positivi, alcuni credono che il motivo sia la campagna di vaccinazione, altri invece pensano sia l’arrivo della primavera, l’importante è che il dato venga riconfermato anche nelle prossime settimane, continuando a mantenere sempre alta l’allerta.

 

Il Coronavirus che ormai da oltre dodici mesi viaggia in maniera spedita sul nostro territorio ha si messo al collasso l’intero settore della sanità ma ha fatto registrare numerose perdite in termini economici, forse prima di questo evento non avevamo mai assistito ad una crisi economica finanziaria di queste dimensioni.
L’ex governo Conte in questo senso ha svolto un buon lavoro, nonostante i ritardi relativi alla cassa integrazione e  ai bonus per i lavoratori fermi dalla pandemia, che purtroppo attendono ancora gli aiuti dei mesi di novembre e dicembre 2020.
Con l’insediamento del governo Draghi seppur da pochissimi giorni, in materia di economia e finanza qualcosa sta già iniziando a cambiare.

L’attuale carica di ministro dell’economia è stata affidata a Daniele Franco, figura che ha trascorso la sua carriera professionale nella Banca d’Italia, di cui è diventato direttore generale il 1° gennaio 2020.
Gli obiettivi principali di Franco saranno fondamentalmente due, Recovery Plan e questione Ristori , oltre che cercare di unire una maggioranza molto eterogena composta da persone che in passato hanno avuto attrito proprio con l’attuale ministro.
A fine 2020 il debito pubblico pesa per 43.000 euro su ogni italiano e il rapporto con il PIL ormai sfiora il 160%, questi in sintesi sono i danni che la pandemia ha fatto in Italia.

Il Recovery Fund metterà a disposizione dell’Italia oltre 200 miliardi di euro, prima insidia per Franco sarà quella di dimostrare ai vertici dell’Unione Europea di aver fatto bene a dare questa enorme cifra al nostro Paese, già questa impresa risulterà difficile.
Inoltre dovrà prendere decisioni importantissime riguardo quota 100 e redditi di cittadinanza, due capisaldi del movimento cinque stelle ma che sembrano non piacere tanto a Franco, il ministro preferirebbe investire quei soldi per il  miglioramento della qualità dell’istruzione, l’aumento degli investimenti privati ​​e pubblici e la concessione di più fondi per la ricerca.
A Franco rivolgiamo un grosso augurio.

Nel nostro Paese il Covid-19 continua a viaggiare in maniera spedita, l’indice di contagio è risalito a 0.95, le varianti brasiliane e inglesi ormai dilagano in alcune regioni, imponendo misure restrittive ancora più importanti.
L’istituzione delle fasce di colori su base regionale durante le festività natalizie aveva dato dei buoni risultati, in questo momento non si sa il perchè, la situazione è in netto peggioramento tanto che gli esperti invocano a gran voce un nuovo lockdown nazionale, prima che la situazione si aggravi in maniera severa e le strutture sanitarie perdano il totale controllo della situazione.

Il consigliere del ministro Speranza, il professore Walter Ricciardi è stato uno dei primi, già nella passata settimana a consigliare una nuova chiusura su base nazionale in virtù dell’ormai presenza delle varianti anche in Italia, al momento un lockdown anche di sole 2 settimane ridurrebbe l’incidenza del Covid-19 al di sotto dei 50 casi per 100mila abitanti.
Sulla stessa linea il professor Andrea Crisanti dell’Università di Padova, invocando a gran voce un lockdown come fatto a Marzo, in modo da ritornare a controllare e tracciare il virus, cosa che da tanto tempo non si sta facendo visto i numeri altri relativi al contagio giornaliero.

Claudio Mastroianni, direttore del Dipartimento di Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma rimarca la necessità di varare nuove norme ancora più restringenti in modo da non riaffollare di nuovo i nosocomi italiani.
Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit invece ha un pensiero ben diverso in merito, sottolineando la stabilità dei dati e la campagna di vaccinazione in atto, arma potente e capace di fermare da sola il propagarsi del virus.
Anche il Prof. Burioni vorrebbe evitare un nuovo lockdown incrementando la campagna di vaccinazione che ha dimostrato , in Israele, la riduzione della circolazione del virus e dei contagi.
Gli Italiani scongiurano l’ennesima chiusura forzata.

Dopo le votazioni di ieri sulla piattaforma Rousseau, anche il Movimento Cinque Stelle ha dato pieno appoggio al nuovo governo che Mario Draghi sta cercando di formare.
Naturalmente prima di presentare la nuova squadra, Draghi avrà il compito di scegliere i nuovi ministri, proprio su questa questione non è trapelata nessuna anticipazione, zero voci di corridoio.
In questi giorni il prossimo Premier italiano insieme a Mattarella sicuramente avrà già preparato una lista con i nomi dei prossimi ministri, molto probabilmente quando salirà al Quirinale annuncerà la nuova maggioranza di governo, che si spera riuscirà a risollevare le sorti dell’Italia.

L’unica certezza riguarda i ministri della vecchia maggioranza, al 99% non troveranno posto i grillini Bonafede (Giustizia), la Azzolina (Scuola), Fraccaro (presidenza del Consiglio), Catalfo (Lavoro), Spadafora (Sport) né i piddini Gualtieri (Tesoro) e De Micheli (Infrastrutture).
Al momento nessun ripescaggio anche per l’ex Premier Giuseppe Conte che più volte ha già detto di non voler nessun tipo di incarico.
Di Maio invece, legatissimo alla poltrona, spera ancora in un ripescaggio last minute, ciò però non dovrebbe accadere visto le idee chiare del prossimo Premier, il Movimento però ci spera fino all’ultimo.
Altra certezza sarebbe quella di un’esclusione per tutti i leader dei partiti.

Il vero regista di questa nuova squadra oltre a Mario Draghi è il Presidente Mattarella, che conoscendo meglio le logiche dei partiti stabilirà i nomi dei ministri, molto probabilmente al Movimento Cinque Stelle toccheranno due ministeri, alla Lega, Pd e Fi due ministeri ciascuno, mentre uno per i piccoli partiti.
Sicura è la presenza di tecnici, Marta Cartabria fedelissima di Mattarella avrà di sicuro un ruolo importante, mentre è ancora incerta la presenza di Carlo Cottarelli.
Altra novità, si prevede un Consiglio dei Ministri con una maggioranza di quote rosa, quotate Elisabetta Belloni, attuale segretario generale proprio della Farnesina, l’economista Lucrezia Reichlin, l’imprenditrice Catia Bastioli ex presidente Terna, e l’uscente Luciana Lamorgese.

Mario Draghi quasi quindici giorni fa ha ottenuto l’incarico dal presidente Mattarella di formare una nuova maggioranza di governo in grado di tirare fuori il nostro Paese dalla crisi economica, sociale e finanziaria che ormai da un anno ci sta distruggendo.
Naturalmente non tutti i partiti della politica italiana hanno accolto con entusiasmo questo nuovo nome, il Movimento Cinque Stelle per esempio, risulta essere spaccato su questa decisione, una parte è contenta di dare l’appoggio a Mario Draghi, mentre alcuni non sono affatto favorevoli a questa nuova alleanza.
Come gesto di democrazia, i cinque stelle hanno messo al voto questa decisione.

Proprio nella giornata di oggi gli attivisti cinque stelle avranno la possibilità di esprimere una propria preferenza per quanto riguarda questa nuova alleanza, potranno farlo sulla Piattaforma Rousseau.
Gli iscritti prima di poter accedere alla votazione dovranno superare alcuni step, utili al fine di non falsificare i voti e rendere aperta e trasparente la decisione.
A dare questa notizia è stato il capo del partito, Vito Crimi in un lungo post scritto sulla propria pagina facebook.
Nelle prossime 24 ore i tecnici potranno già venir a conoscenza dell’esito della votazione, in caso di SI il movimento sosterrà Mario Draghi.

Inutile le polemiche di alcuni sull’apertura e poi chiusura immediata al voto, Crimi sottolinea che ciò è accaduto per puri problemi legati alla tempistica.
Il movimento di Beppe Grillo in un momento così delicato mette gli attivisti in primo piano, rendendoli gli unici protagonisti per quanto riguarda la nuova alleanza.
E’ si un gesto di chiara democrazia, ma è giusto mettere le sorti di un Paese nelle mani di pochi?!
Nel frattempo Draghi ha iniziato un nuovo giro di consultazioni, per fine settimana dovrebbero esserci risposte più precise sulla formazione della nuova squadra di governo, nel frattempo i Cinque Stelle dovrebbero farci sapere il loro pensiero.

 

 

Sono trascorsi più o meno dodici mesi dai primi positivi al Coronavirus registrati anche sul territorio italiano, purtroppo la situazione resta ancora complicata nonostante la campagna di vaccinazione viaggia a gonfie vele.
Da un anno gli operatori sanitari stanno mettendo in campo tutte le loro forze per contrastare questo maledetto virus, migliaia di persone sono salve grazie al lavoro di medici e infermieri, nonostante ancora oggi non esista una cura definitiva.
A proposito di cure, un team di medici ha messo a punto uno schema terapeutico basato sull’esperienza e sull’evidenze acquistate sul campo.

Il gruppo creato si chiama “Comitato per le Cure Domiciliari Covid-19” e conta più di 80 mila membri, creato dall’avvocato Erich Grimaldi, fondatore e presidente del “Comitato per il diritto alla cura tempestiva domiciliare nell’epidemia di Covid”.
Oltre alla consueta tachipirina, questo schema prevede l’uso di azitromicina, eparina in caso di eventi tromboembolici e l’idrossiclorochina, prima che l’AIFA ne vietasse l’utilizzo.
Su 906 pazienti curati a domicilio con questi schema , soltanto due i ricoveri e due i decessi.
Nonostante questi ottimi risultati il Governo centrale non ha mai voluto un confronto magari sulla possibilità d’attuazione di questa terapia, nel frattempo i medici di famiglia continuano a chiedere lo schema terapeutico per la cura dei loro pazienti.

Tra gli elementi di rilievo di questo ormai famosissimo gruppo, spicca il nome del Professore Cavanna, medico picentino che ha avuto l’onore di stare sulla copertina del “Time” grazie all’ottimo lavoro svolto qui in Italia.
La vittoria dell’avvocato Grimaldi riguarda anche la sentenza del Consiglio di Stato sulla prescrizione dell’idrossiclorochina, dopo il primo divieto di prescrizione oggi è consentito l’uso off label.
Un’altra vittoria riguarda la cura con gli anticorpi monoclonali, con estremo ritardo l’Aifa ha dato il via libera alla commercializzazione anche in Italia.
In questo momento lo schema terapeutico è stato ufficialmente richiesto dall’America, Grecia, Honduras, Malta, Brasile e Perù, in Italia ancora no.

 

Mario Draghi è stato chiamato dal Presidente della Repubblica Italiana per formare una maggioranza di governo solida in grado di amministrare in questo difficile momento storico senza creare più problemi al popolo italiano.
Il grande economista italiano ed ex numero uno della Banca Centrale Europea ha accettato l’incarico con riserva, ovvero vorrà prima aprire un dialogo con le varie fazioni politiche del Paese, dopodichè se la situazione non sarà così ingarbugliata scioglierà la riserva.
Il primo giro di consultazioni con i partiti politici italiani è finito, ecco in sintesi la situazione politica italiana e i possibili scenari che da qui a breve potremmo vedere.

In casa Movimento 5 Stella l’aria è tesa, Beppe Grillo sembra voler dare piena fiducia a Draghi tanto da elogiare questa scelta in più occasioni, molti senatori però sono più che scettici sul nome fatto da Sergio Mattarella.
In questo scenario l’ex premier Giuseppe Conte ribadisce la sua volontà di non voler nessun incarico ministeriale, ma che comunque non volterà le spalla ad una persona come Mario Draghi.
Matteo Salvini e la Lega spiazzano tutti, mettendosi a disposizione di questo nuovo governo, nessuno mai l’avrebbe pensato.
La Meloni resta ferma , mai la fiducia a questo governo.

Il Partito Democratico con a capo Zingaretti darà quasi sicuramente la propria fiducia al nuovo Governo, si vorrebbe evitare un’alleanza con la Lega, che farebbe perdere di non poco la credibilità del partito.
Tralasciando questi inciuci di palazzo, la squadra di governo che metterà su Draghi sarà “mista”, ovvero ci saranno tecnici e politici, in maggioranza i primi in modo da diluire i contrasti fra i vari partiti.
Ancora presto per parlare di un programma governativo, sicuramente l’ex numero uno della BCE agirà secondo coscienza e cercando di superare nel migliore dei modi questo stato di profonda crisi economica, sanitaria e sociale.

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