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L’Italia come ben sappiamo è suddivisa in zone di colore differente, gialla arancione e rossa, questo colore viene assegnato in base alla situazione Coronavirus a livello regionale.
I criteri per cui una regione ha un colore differente rispetto all’altra sono vari, in particolare risulta importante la valutazione della criticità delle strutture sanitarie, ovvero i posti letti occupati da pazienti con Covid-19, e l’indice di contagiosità, ovvero l’Rt, in secondo piano poi vengono valutati altri parametri.
Proprio nella giornata di oggi il ministro Roberto Speranza insieme all’Istituto superiore di sanità e il Comitato tecnico-scientifico valuterà l’andamento del virus in base ai dati inviati dalle regioni.

Dopo questa valutazione la situazione in Italia potrebbe subire dei cambiamenti a partire dal prossimo lunedì.
La Lombardia resterà in zona rossa sicuramente altri sette giorni come prevede il decreto emesso da Roberto Speranza, anche se si aspetta la risposta del Tar, dopo il ricorso fatto per ritornare in zona arancione.
Anche la Sicilia e l’Alto Adige dovranno rimanere in zona rossa fino a fine mese.
Le regioni che dovrebbero rimanere in zona arancione saranno Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria, Valle d’Aosta, Calabria, Emilia-Romagna, Veneto e Liguria, anche se il governatore Toti rivendica il passaggio in zona gialla.

Dovrebbero confermare il proprio colore, giallo,  la Campania, la Basilicata, il Molise e la Sardegna, nulla però di sicuro.
Importante novità potrebbe verificarsi dalla settimana prossima, la provincia autonoma di Trento che oggi è in zona gialla potrebbe entrare nella zona bianca.
Questa prevede l’apertura di bar, ristoranti, palestre e centri sportivi, vigerà solo l’obbligo di indossare la mascherina e il divieto di assembramento.
La regione Toscana rimarrà gialla, procede in maniera spedita il rientro nelle scuole grazie alle politiche messe in atto dalla regione per l’aumento dei trasporti pubblici in particolar modo nelle ore scolastiche.

Giovedì di lacrime e sgomento a Palermo, una challenge che spopola tra ragazzini fa registrare la morte cerebrale di una ragazzina di soli 10 anni.
Questa nuova tendenza purtroppo spopola tra gli adolescenti, lo scopo è quello di mostrarsi forti davanti ad una sfida, che il più delle volte porta a risultati disastrosi, è il caso di ieri quando una ragazzina chiusa nel bagno di casa ha provato a vincere una tappa della “hanging challenge”, questa prevedeva di stringere al collo una cintura, la bimba ha ben pensato di usare quella dell’accappatoio.
I genitori rientrati in casa hanno avvertito subito i soccorsi sanitari.

L’adolescente è arrivata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale “Di Cristina” in condizioni disastrose, dopo una lunga asfissia il cuore è si ripartito grazie alle manovre dei medici e infermieri ma la TAC encefalo effettuata in Pronto Soccorso ha evidenziato una situazione di coma profondo da encefalopatia post anossica prolungata, ora è ricoverata in terapia intensiva pediatrica per ulteriori accertamenti, ad ora le condizioni sono critiche.
I genitori hanno dato il consenso per la donazione degli organi, gesto nobilissimo fatto in un momento davvero triste per l’intera famiglia.

Un parente che abita nello stesso palazzo dell’accaduto ha raccontato di aver sentito urla e pianti di disperazione proveniente dall’abitazione della piccola, arrivato nel bagno ha trovato i genitori disperati per le condizioni della piccola, stesa a terra priva di sensi e in arresto cardiocircolatorio.
Purtroppo la centrale operativa del 118 non era raggiungibile, cosi che hanno deciso di portare la ragazza al pronto soccorso con l’auto.
In ospedale sono arrivati poi una piccola folla di parenti e qualche amico di scuola della ragazzina, tutti scossi dalla terribile notizia.
I carabinieri della locale stazione hanno sequestrato il cellulare della ragazzina per cercare di capire chi è stato l’ideatore di questo gioco davvero pericoloso.

Vladimir Vladimirovič Putin è uno degli uomini più popolari e potenti dell’intero universo, ancora oggi molti sono gli studi condotti per cercare di quantificare i suoi bene e capire fin dove arriva la potenza di questo animale politico.
La sua ascesa politica si ebbe nel dicembre del 1999 quando divenne Presidente della Federazione Russa, ad oggi è al suo quarto mandato che dovrebbe decadere nel 2024.
Alcuni recenti studi condotti da Aleksej Anatol’evič Naval’nyj attuale presidente della coalizione democratica in Russia hanno messo in risalto una situazione piuttosto anomala e sconosciuta fin ad oggi ovvero una villa di proprietà del Presidente e una gestione stranissima della stessa.

Il complesso analizzato si trova vicino a Gelendzhik, sul Mar Nero, la sua grandezza sfiora i 15 mila metri quadri, con oltre 7 mila ettari di terrene e parchi gestiti dall’FSB che a capo vede proprio Putin, ma la cosa più sconcertante è che la zona non può essere sorvolata da nessun tipo di aereo.
La palazzina è dotata di 3 piani tutti allestiti da importanti arredatori italiani, possiede palazzetto da hockey, un anfiteatro, una casina per il tè collegata al complesso principale da un ponte di 80 metri, addirittura si parla di un’accesso segreto che conduce al mare.

A piano terra, come si evince dai filmati girati dal democratico Naval’nyi vi è una zona dedicata al relax con la presenza di piscine e saune, un teatro e una discoteca, in passato questi sfarzi erano prerogative degli zar.
In costruzione ci sarebbe addirittura un’anfiteatro.
Addirittura in uno dei giardini è possibile osservare una chiesa comprata in Grecia e poi assemblata sul posto da importanti ingegneri e architetti.
Sulla questione il Cremlino aveva dato il suo parere, la villa era stata si commissionata da Putin ma il vero proprietario era un ricco uomo le cui origine non sono state rese note.
Proprio in questi giorni Naval’nyj dal carcere ha reso note queste notizie per informare i russi riguardo la vita del loro Presidente, lontana dalla povertà che si vive in quei posti.

 

 

L’Italia dice addio ad un’altra figura di grande spessore del mondo politico, ci saluta Emanuele Macaluso a 94 anni, uomo politico, giornalista e grande sindacalista del nostro Paese.
Nel 1941 aderì al Partito Comunista Italiano, successivamente divenne segretario generale alla Camera del lavoro della regione Sicilia e dal 1947 fino al 1956 fu segretario regionale della CGIL, inoltre nel 1951 venne eletto con un grande plebiscito di voti alla carica di deputato regionale con il Partito Comunista, il suo massimo momento nella vita politica si ebbe dopo pochi anni, quando Palmiro Togliatti lo invitò ufficialmente a far parte della direzione centrale del partito.
Nel 1963 fu eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati.

La sua vita la dedicò pienamente al giornalismo tanto che fu eletto primo direttore “dell’Unità” e successivamente direttore del quotidiano “Riformista”.
Da sindacalista condusse delle battaglie davvero importanti, in quel periodo gli agricoltori e la classe agraria in generale era legata a Cosa Nostra, mobilitò l’intera popolazione e convinse i contadini ad occupare feudi e terreni e li avvicinò alla vita politica aprendo sezioni di partito in qualunque angolo della città.
In quel triste periodo la guerra alla mafia si faceva in strada, lì dove persero la vita molti suoi amici.
Anche la sua vita privata è stata molto movimentata, una sua compagna si uccise lanciandosi dalla finestra dopo un litigio, dopo qualche anno perse la vita il figlio Pompeo per un ictus.

Purtroppo la situazione di emergenza legata al diffondersi in maniera incontrollata di questo maledetto Coronavirus e le restrizioni messe in atto dal Governo per limitare il contagio avevano stravolto e non poco la vita di questa persona, abituata a stare vicino alla gente, a parlare, a partecipare a congressi legati al giornalismo e alla politica e soprattutto a viaggiare.
Nei mesi scorsi fu ricoverato presso una clinica privata per alcuni problemi cardiaci che almeno apparentemente sembravano essere superati, ma la notte prima di ritornare a casa aveva subito una brutta caduta che poi ha portato gravi conseguenze fino alla triste morte.
L’Italia tutta si stringe intorno al dolore che ha colpito la famiglia Macaluso.

 

 

Domenica triste per i militari della Polizia Penitenziaria in servizio presso la casa circondariale di Rebibbia, un detenuto nel pomeriggio è riuscito ad uscire dalla propria cella, scavalcare la recinzione e a scappare via senza che nessuno degli addetti se ne accorgesse.
Ora il quartiere è blindato dalle Forze dell’Ordine, numerosi i posti di blocco nelle aeree limitrofe.
Ad evadere è stato Manolo Gambini, uomo alto circa 1.80 cm e con ben cinque tatuaggi, tra questi due scorpioni, i nomi di alcune persone e la scritta mamma sul braccio destro, quarantunenne proveniente da Cerveteri, piccolo comune di Roma.

Il fuggitivo secondo alcune notizie era rinchiuso nel carcere romano da pochissimo tempo, fu arrestato 3 anni fa a Grosseto insieme ad altri due complici, fu accusato per una serie di furti in abitazioni lussuose, fu portato a Civitavecchia e poi a Rebibbia.
La rete di indagini si è già allargata fino alla Toscana, zona in cui il Gambini aveva effettuato dei furti e aveva importanti amicizie.
Purtroppo è doveroso sottolineare che a Rebibbia questi episodi sono abbastanza frequenti, proprio pochi mesi fa  Davad Zukanovic, 40 anni, e Lil Ahmetovic, 46 anni, cugini di etnia rom scapparono dopo solo quindici giorni all’arresto, ad ottobre un detenuto scappo dall’Ospedale Sandro Pertini dopo alcuni esami ospedalieri.

Sulla questione è intervenuto il Segretario Generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo che ha sottolineato per l’ennesima volta le condizioni di criticità in cui versano le carceri italiane sia dal punto di vista delle strutture sia per le gravi carenze organiche e di sistemi di allarme consoni all’ambiente.
Sulla stessa linea di pensiero anche Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria che mette a nudo le criticità di un sistema ormai fatiscente in un periodo di pandemia dove purtroppo la situazione nelle carceri è pesante, inoltre ringrazia tutti gli operatori che ogni giorno fanno più del loro dovere per far si che tutto funzioni al meglio.

 

 

 

 

 

Dopo un’attesa snervante ecco che anche nel nostro Paese arriva il secondo vaccino utile a combattere questo maledetto Coronavirus, dopo le fiale di Pfizer/Biontech ecco che l’azienda statunitense, Moderna, che da anni lavora incessantemente nel campo delle biotecnologie ha inviato le prime cinquanta mila dosi in Italia.
Molti si chiedono quali sono le differenze rispetto a quello che già da circa venti giorni stiamo somministrando con attimi risultati nel nostro Pese, le risposte non tardano ad arrivare grazie anche al bugiardino che Moderna ha reso pubblico proprio pochi giorni fa.
In questo breve articolo sommariamente cercheremo di togliervi qualche dubbio.

Il vaccino Moderna funziona preparando il corpo a difendersi contro COVID-19, contiene una molecola chiamata mRNA che ha le istruzioni per produrre la proteina spike, questa si trova sulla superficie del virus SARS-CoV-2 di cui il virus ha bisogno per entrare nelle cellule del corpo.
Quando una persona riceve il vaccino, alcune delle sue cellule leggeranno le istruzioni dell’mRNA e produrranno temporaneamente la proteina spike, il sistema immunitario della persona riconoscerà quindi questa proteina come estranea e produrrà anticorpi.
Se, in seguito, la persona entra in contatto con il virus SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario lo riconoscerà e sarà pronto a difendere l’organismo da esso.

Potrò essere somministrato alle persone che hanno già compiuto la maggiore età, come il siero Pfizer anche questo ha bisogno di una seconda dose di richiamo, somministrata a 28 giorni dalla prima, dopo 8 giorni da questa il paziente sarà coperto per un tempo non ancora del tutto stabilito.
Contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, cioè è essenzialmente “senza sodio”, altri principi attivi che costituiscono il farmaco sono elencati nel bugiardino, importante sapere se si ha allergie verso uno dei componenti.
Nei prossimi giorni inizierà la somministrazione nelle regioni più virtuose del nostro Paese.
 

 

In un momento storico politico pessimo per il nostro Paese, dove nel pieno di una pandemia che ormai da quasi dodici mesi mette a repentaglio la vita di ognuno di noi, il governo centrale non ha più la fiducia della maggioranza, proprio in questi giorni vi era in programma un colloquio con l’ex premier Silvio Berlusconi attuale leader del partito di destra chiamato Forza Italia, purtroppo è di pochi minuti fa la notizia che il cavaliere è ricoverato per problemi cardiaci abbastanza seri.
E’ stato ricoverato in un famoso centro cardiotoracico nel Principato di Monaco.

Il più influente leader della destra italiana risiedeva momentaneamente in una villa nella cittadina di Nizza insieme alla sua compagna, lunedì appena trascorso il suo amico e medico di fiducia, Alberto Zangrillo, è stato chiamato d’urgenza nella casa di Berlusconi, poichè lamentava alcuni problemi cardiaci di tipo aritmologico, il medico dopo alcune valutazione ha optato per il ricovero in una struttura a Monaco in quanto il rientro in Italia non era del tutto prudente per l’incolumità di Silvio Berlusconi.
Non è la prima volta che presenta problemi cardiaci, già nel lontano 2016 l’ex presidente del consiglio subì un’operazione cardiochirurgica importante.

Per tale motivazione è stato rimandato anche il processo Ruby Ter presso il Tribunale di Siena, gli avvocati difensori di Berlusconi, Federico Cecconi e Enrico Demartino hanno depositato un’istanza per legittimo impedimento visto le condizioni di salute dell’assistito.
La Procura ha accettato il tutto , inoltre gli avvocati fanno sapere che proprio pochi giorni fa Berlusconi aveva inviato una lettere in cui sottolineava la sua vicenda in questa brutta questione.
Ricordiamo che il leader di Forza Italia è imputato per corruzione in atti giudiziari e il Pubblico Ministero , Valentina Magnini,  ha chiesto per lui una condanna a 4 anni e 2 mesi di reclusione.
Nel frattempo facciamo gli auguri di una veloce guarigione a Berlusconi.

 

Dobbiamo ammettere con estrema felicità che la campagna di vaccinazioni contro il Coronavirus , sul nostro territorio sta procedendo in maniera spedita, secondo i dati di ieri i vaccinati hanno superato la soglia dei 730 mila, un numero che ci ha permesso di essere il primo Paese nell’intera Europa.
Le prime dosi di vaccino arrivate sul nostro territorio già il 27 Dicembre 2020 sono quelle dell’azienda Pfizer/Biontech che ogni settimana sta consegnando circa 450 mila dosi che poi vengono distribuite alle regioni secondo un piano redatto da Domenico Arcuri.
L’Italia aveva fatto affidamento anche al vaccino AstraZeneca, purtroppo però ci sono dei piccolissimi ritardi che cercheremo di spiegarvi.

Arriva però una brusca frenata dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA) per il vaccino studiato ad Oxford, brutta notizia soprattutto per il ministro Roberto Speranza che aveva fondato la sua strategia vaccinale proprio su questo siero.
Nei giorni scorsi il vicedirettore dell’Agenzia europea dei medicinali, Noel Wathion ha sottolineato l’improbabilità di dare il via libera per il vaccino entro il mese di Gennaio mentre in alcuni Paesi come la Gran Bretagna la commercializzazione è già in fase avanzata.
Nel caso in cui le parole di Ema vengano confermate, l’Italia potrebbe subire un grave danno.

Il ministro Speranza in accordo con l’Unione Europea ha acquistato 40.3 milioni di dosi AstraZeneca, molte più delle 26,92 milioni di fiale che ci spettano dalla Pfizer e le 10,7 milioni di Moderna, e proprio nel primo trimestre del 2021 l’Italia avrebbe dovuto avere circa 16.1 milioni di dosi, al momento non è stato ancora valutato dagli organi competenti.
Purtroppo dobbiamo sottolineare l’ennesimo fallimento del nostro Ministro che ha puntato tutto su un siero non ancora disponibile, molti di noi si chiedono il perchè di questa strana mossa, ma dopo vari ragionamenti una giusta motivazione non l’abbiamo trovato e soprattutto chi di dovere non ci ha fornito questo tipo di info.

La campagna di vaccinazione sul nostro territorio sta procedendo nel migliore dei modi, nonostante i ritardi di alcune regioni come la Lombardia, ieri il totale dei vaccinati ha superato la soglia dei 700 mila , insomma numeri davvero importanti da farci diventare la prima nazione in Europa per numero di dosi somministrate.
All’inizio di questa settimana però sono sorti alcuni problemi riguardo la distribuzione dei vaccini Pfizer-Biontech,  tanto che la regione Campania e qualche altro territorio già da domenica risultano essere senza vaccini.
In compenso a questa situazione, domani in Italia saranno disponibili i nuovi vaccini dell’azienda  Moderna, in arrivo circa 50 mila dosi.

Lo stock di 50 mila dosi giungerà tramite aerei privati a Roma, scortato dalle forze armate verrà trasferito poi all’Istituto Superiore di Sanità che dovrà provvedere alla distribuzione regionale.
L’idea principale di Domenico Arcuri  responsabile del piano di vaccinazioni, sarebbe quella di consegnare queste dosi alle regioni definite virtuose e che hanno già finito le dosi di Pfizer.
Le dosi di Moderna potrebbero essere inoculate agli over 80, in modo da iniziare a limitare i decessi giornalieri e  gli ingressi nelle terapie intensive, e al personale scolastico in modo da poter iniziare a riaprire le scuole con una maggiore sicurezza.

L’azienda statunitense in accordo con il nostro governo dovrà inviare circa tre milioni di dose entro fine marzo e circa cinquanta milioni entro il 2021.
Per la situazione vaccini in Italia sembra andare tutto per il verso giusto, per fine settimana i vaccinati dovrebbero essere più di 1 milione, cifra importante.
Domenico Arcuri ha sottolineato ancora una volta che per il mese di Marzo i vaccinati in Italia saranno circa 3 milioni e per la fine dell’anno saranno più di 30 milioni, grazie anche all’arrivo del vaccino AstraZeneca che entro fine mese avrà il via libera anche dall’Ema e inizierà subito la commercializzazione in Italia.

 

 

 

 

 

La pandemia non riesce proprio a lasciarci in pace, nonostante le restrizioni messe in atto dal governo anche durante il periodo delle festività natalizie, la curva dei contagi sta subendo giorno per giorno una crescita che preoccupa e non poco tutti gli esperti del caso.
Quasi sicuramente dal giorno 16 Gennaio l’Italia dovrà rispettare un nuovo regolamento che proprio in questo momento è stato oggetto di dibattito tra le regioni e la maggioranza di governo in una videoconferenza.
Proviamo a darvi qualche anticipazione sulle restrizioni che i cittadini italiani dovranno severamente rispettare per porre fine ne,  più breve tempo possibile, a questa situazione.

L’incontro di questa mattina è stato convocato, in videoconferenza, dal ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, a partecipare sono stati Fontana, Bonaccini, Toti, De Luca, Marsilio, Toma e Spirlì come presidenti di regione, tra gli esponenti del governo certa anche la presenza del ministro della Salute Roberto Speranza.
Prima valutazione che si sta facendo riguarda la proroga dello stato di emergenza, il Premier vorrebbe portarla fino alla fine del mese di Aprile.
La misura più importante dovrebbe riguardare il passaggio automatico in zona rossa, nel caso in cui le regioni avranno un’incidenza di contagi pari a 250 casi su 100.00 abitanti a settimana.

Nuova stretta per i ristoranti e bar, si pensa al divieto di asporto dopo le ore 18, in compenso dovrebbero esserci dei bonus ristori.
Confermato al 99% anche  il divieto di spostamento da regione a regione, anche per chi si trova in area gialla.
Si sta studiando l’area bianca per le zone poco colpite dal covid-19, per rientrare bisognerebbe avere un’indice Rt inferiore a 0.5.
Da oggi l’Italia è tornata a colorarsi, vanno in fascia arancione  Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto, nessuna regione in zona rossa, tutte le altre in fascia gialla.
In attesa del nuovo DPCM che avrà validità da giorno 16 Gennaio.

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