Ladro ucciso nel napoletano: un evento che divide l’opinione pubblica in due
È un episodio sul quale, molto probabilmente, l’opinione pubblica sarà pronta a dividersi: è quanto è accaduto a Latina quando, durante una di quelle domeniche tranquille, fatte di passeggiate e pranzo fuori, un ladro ha tentato di entrare in casa di un uomo, il quale – percependo l’avviso dell’allarme che era scattato a causa dell’intrusione del ladro – ha chiamato il figlio. Un avvocato di 47 anni il quale, dopo essersi ritrovato faccia a faccia con i ladri, ha deciso di aprire il fuoco, uccidendo, con ben otto colpi di pistola, uno dei malviventi.
Si trattava di un uomo, napoletano, di 41 anni, il quale si era introdotto in maniera assolutamente illecita e irregolare all’interno dell’abitazione, tentando di coprire i suoi “colleghi” che erano entrati in casa servendosi di una scaletta apposta alla finestra del padre dell’avvocato. Otto i colpi inferti con l’arma regolarmente posseduta: l’avvocato, interrogato dalle forze dell’ordine, ha riferito di essere stato aggredito dai ladri e di aver deciso di aprire il fuoco per evitare di essere egli stessi colpito.
Il tentativo di difesa dell’avvocato – e l’omicidio consequenziale del ladro – è adesso oggetto di indagini, ed ovviamente non manca l’interesse dell’opinione pubblica, che oggi si divide letteralmente a metà: tra chi ritiene che sia stato giusto e chi, invece, sostiene che uccidere sia stato esagerato.