L’omicidio di Vanessa Zappalà ha rappresentato l’ennesimo episodio di femminicidio provocato dall’ossessione di un uomo che non si era rassegnato alla fine della storia d’amore con la vittima. Vanessa Zappalà aveva solo 26 anni, è stata uccisa sul lungomare di Aci Trezza dall’ex fidanzato Antonino Sciuto. Il 38enne era stato già denunciato per stalking dalla stessa vittima e in seguito a quella denuncia era stato posto ai domiciliari durati solo 3 giorni. Vanessa si è diplomata all’istituto tecnico economico “Enrico De Nicola” di San Giovanni la Punta, la descrivono come una ragazza tranquilla, buona, gentile, educata.
L’assassino era stato denunciato dalla vittima per stalking e per aggressione, la prendeva a calci e a pugni su tutto il corpo, le aveva distrutto casa, la minacciava: “ti prendo a colpi di pistola se scopro che hai un altro”. La ragazza aveva anche denunciato dieci agguato nel giro di cinque giorni. La pedinava, la seguiva ogni giorno, si era intrufolato di nascosto in casa con una copia di chiavi rubate partecipando alle conversazioni della famiglia dal soffitto. Le aveva anche messo un GPS sotto la macchina per essere informato riguardo ogni suo spostamento. La donna lo aveva denunciato, ma il GIP si è limitato a imporre all’uomo il divieto di avvicinamento alla donna.
Vanessa Zappalà stava passeggiando sul lungo mare di Aci Trezza con alcuni amici quando è stata raggiunta dall’ex fidanzato. La ragazza aveva già avvertito il pericolo e si era rivota all’uomo invitandolo ad andare via “altrimenti chiamo il maresciallo”, gli aveva detto. L’uomo però avrebbe seguito Vanessa e il gruppo di amici, e prendendola per i capelli avrebbe iniziato a sparare. Uno, due, sette colpi di cui uno alla testa che non ha lasciato scampo alla giovane donna. Il 38enne aveva preso a noleggio una macchina, aveva con sè la pistola perché aveva già pianificato l’omicidio: i carabinieri hanno trovato 28 proiettili calibro 7.65 nell’abitacolo della macchina che aveva noleggiato.