Mario Draghi e la sua prima presenza al Consiglio Europeo

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Mario Draghi, attuale Presidente del Consiglio dei Ministri italiano nella giornata di ieri ha partecipato, per la prima, al Consiglio Europeo. 
L’incontro in diretta streaming insieme agli altri Capi di Stato aveva come tematica principale la questione vaccini, il Premier italiano si è mostrato deciso e autorevole nell’esporre la sua idea in merito, attaccando le case farmaceutiche che volontariamente non stanno rispettando i contratti stipulati con l’Europa, questo inevitabilmente sta portando gravi disagi ai Paesi, che ogni giorno vedono ridursi le dosi consegnate e a volte rimangono proprio senza.

A lamentarsi della situazione sono stati anche gli altri esponenti di governo dei Paesi appartenenti all’UE.
Purtroppo la questione legata ai ritardi nelle consegne dei vaccini resterà irrisolta, almeno per il momento, il pasticcio combinato da Ursula von der Leyen nella stipula dei contratti è qualcosa di vergognoso, addirittura non sono previste penali per questo genere di disagi.
La strillatina fatta da Draghi sicuramente non sarà piaciuta alla Presidente della Commissione Europea che in cuor suo sa di aver fallito sulla questione vaccini.
Secondo Draghi chi causa i ritardi, ovvero le aziende farmaceutiche, non dovrebbero essere scusate e dovrebbero pagare ingenti penali.

Inoltre, il premier italiano proprio ieri ha proposto di  bloccare tutte le esportazioni dalla Ue dei prodotti delle case farmaceutiche, di iniziare a guardare anche fuori dall’Ue per capire se è possibile comprare altri vaccini, in modo da porre un rimedio a questo ritardo che L’Europa di certo non può permettersi.
Draghi inoltre vorrebbe intraprendere la strada del collega inglese Boris Johnson, ovvero somministrare la prima dose a più persone possibili ritardando l’appuntamento con la seconda dose.
Idea che vorrebbe diventasse comune per tutti i Paesi membri, cosa alquanto difficile visto che la situazione relativa ai vaccini non va così male negli altri posti come in Italia e visto che in merito alla seconda dose in ritardo non ci sono studi scientifici.

 

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